A Roma studenti dell’Archimede-Pacinotti in protesta: “Vogliamo una scuola sicura”

ROMA – “Oggi come studenti e studentesse dell’ ‘Archimede-Pacinotti’ in tutte e tre le sedi abbiamo deciso di non salire nelle classi e rimanere nel cortile della nostra scuola perché crediamo sia sempre più necessario mobilitarci per le pessime condizioni nelle quali ci troviamo a vivere la nostra scuola ogni giorno”. Lo scrivono in un comunicato gli studenti e le studentesse dell’istituto del Terzo Municipio.

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“Una situazione di cui soffrono non solo gli studenti ma anche i docenti, i dirigenti, il personale ATA e i genitori-continuano- Pretendiamo una scuola in sicurezza, mascherine ffp2 gratuite, tracciamento efficace e tamponi gratuiti, potenziamento dei trasporti, assunzione dei docenti e aumento dell’organico, più spazi e strutture adeguate. Pretendiamo che le istituzioni ci ascoltino e rispondano alle esigenze degli studenti e delle studentesse che hanno portato avanti decine e decine di mobilitazioni e occupazioni in tutta la città. Pretendiamo che venga tutelato il nostro diritto allo studio e il nostro diritto alla salute, pretendiamo investimenti reali sul mondo della formazione, che la scuola pubblica sia una priorità di questo governo e non un luogo dove garantire profitto”. Fanno sapere anche di essere riusciti ad ottenere “un tavolo con Città Metropolitana, organo responsabile delle strutture e dell’edilizia scolastica, per cercare di risolvere problematiche strutturali che all’ ‘Archimede-Pacinotti’ sono evidenti da 50 anni”.

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IL DOCENTE E ASSESSORE RAIMO “STUDENTI PERDONO FIDUCIA”

“Stamattina i miei studenti hanno protestato: non sono entrati. E hanno appeso uno striscione con scritto ‘Scuola SiCura’. Non c’è nemmeno un punto esclamativo, un ‘vogliamo’ davanti, è una specie di bandiera bianca. Tipo: vi prego, non fateci ammalare, vi prego dateci la possibilità di non fare ammalare le nostre famiglie, vi prego coinvolgeteci nelle scelte utili al bene collettivo”. Lo scrive in un post su Facebook Christian Raimo, assessore alla Cultura del Terzo Municipio e docente dell’IIS ‘Archimede-Pacinotti’, dove questa mattina gli studenti e le studentesse stanno scioperando per chiedere sicurezza e investimenti per l’edilizia scolastica.

“Nelle settimane passate ho spesso discusso con loro di questi ultimi due anni di scuola- continua Raimo- E quello che più mi ha colpito è come si stia diffondendo un sentimento di odio nei confronti della scuola. Odio e basta, argentina insofferenza: non credono più che quella comunità, quello spazio fisico, sia per loro. La cosa dolorosa è che questo disastro educativo viene scaricato tutto sulle comunità scolastiche: dirigenti, docenti, studenti, personale Ata, e anche i genitori, sono costretti a far finta che ci sia qualcosa di normale in una condizione di anomalia che ogni giorno peggiora. Che senso ha avere a scuola studenti formalmente presenti, quando l’unica cosa che vorrebbero è, in un mondo che in questo momento vive un’emergenza e un lutto, fare anche loro la propria parte?”.

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“Qualcuno al ministero pensa che i 434 morti di ieri non pesino sull’animo degli studenti e che la loro unica preoccupazione sia l’interrogazione programmata prima della fine del quadrimestre?- aggiunge- Che senso ha spiegare Galileo o l’illuminismo quando poi, nel dibattito pubblico, l’educazione scientifica, il suo ruolo nella società viene vilipeso? Monta una rabbia anche in noi, nella classe docente, nei dirigenti, che ci mettiamo magari anni per conquistare la fiducia di una classe o di una scuola e la vediamo scemare in una settimana per ragioni che non dipendono da noi”. Dal suo punto di vista, conclude l’assessore, “trattare la scuola con il paternalismo autoritario ostentato in questi giorni da parte di un ministero e un governo incapaci di ascolto e di mediazione, risoluto a moltiplicare casuisticamente ogni intervento a ogni problema, vuol dire rinunciare all’unica cosa di cui c’è bisogno in questo momento: adulti credibili. Questa cosa, i ragazzi, se la ricorderanno”.

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