Tra bonus, sussidi, aiuti di Stato, sgravi fiscali e chi più ne ha più ne metta, è davvero difficile tracciare un quadro complessivo dei sostegni esistenti e degli effetti reali che hanno sortito nella vita reale di famiglie e imprese. Queste misure, se non armonizzate e aggiornate, rischiano di diventare un fardello insostenibile per la ripresa economica. Questi gli argomenti affrontati nel corso del webinar “Bonus, incentivi e aiuti bastano a innescare la ripresa o servono anche interventi strutturali?” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Laura Cavandoli (deputata della Lega in Commissione Finanze), Andrea Colletti (presidente della componente “Alternativa” e membro della Commissione Giustizia a Montecitorio), Luigi Iovino segretario dell’ufficio di presidenza della Camera in rappresentanza del M5s) e Simona Suriano (presidente di “Manifesta” alla Camera e componente in Commissione Lavoro).
Il punto di vista dei professionisti è stato illustrato da Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bergamo): “Stilando l’elenco di bonus e incentivi che si sono susseguiti in Italia si apre un ginepraio di difficilissima interpretazione. Ci sono diversi bonus edilizi, poi ci sono quelli legati alla casa con diverse vicissitudini, i bonus sociali per il caro bollette e non ultimo il decreto aiuti per contrastare l’inflazione e il caro vita. E potremmo continuare ancora con un lunghissimo elenco. I bonus a scadenza limitano fortemente la programmazione di imprese e famiglie. Servono, al contrario, misure strutturate e pianificate. E come previsto dal Pnrr, bisogna dare impulso all’Ufficio europeo per il processo che offrirà un contributo decisivo per osservare gli impegni presi con l’Europa per contenere i tempi della giustizia. C’è da chiedersi però a che punto siamo con il personale e, in questo contesto dei contenimenti dei tempi processuali, se non sia meglio potenziare l’istituto della mediazione”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere d’amministrazione della Cnpr: “E’ complicato tracciare bilanci definitivi sui bonus, gli aiuti e le diverse misure di soccorso che si sono susseguite negli ultimi anni nella più completa assenza di misure strutturali. All’Italia servono incentivi per le politiche attive del lavoro e per l’impresa che dovrebbero rientrare tra le misure urgenti. Prendo atto che l’unica misura strutturale adottata negli ultimi anni è stata il reddito di cittadinanza che annovera 17,3 milioni di assistiti dal sistema. La strada della ripresa non è questa. Servono meno bonus e più lavoro stabile”.