Il Lavoro richiama le Casse sul rispetto della rappresentanza di genere

Casse di previdenza dei professionisti richiamate sul rispetto delle pari opportunità. La consigliera nazionale di parità presso il ministero del Lavoro, Francesca Bagni Cipriani e la collega supplente Serenella Molendini, il 25 maggio hanno scritto agli enti di previdenza privati chiedendo di comunicare la composizione degli organi di dirigenza degli enti. E qualora non risulti rispettato il principio di rappresentatività del genere femminile. di indicare quali iniziative intendono assumere in vista della prossime tornate elettorali. Un invito al rispetto delle pari opportunità, viene ricordato nella lettera, è stato fatto oltre un anno fa dal ministro Orlando; il ministro aveva espressamente esortato le Casse «ad assumere le iniziative più adeguate, ove occorra anche di natura statutaria, per assicurare la più ampia partecipazione delle donne negli organi di governo degli enti e nelle assemblee rappresentative». Un appello, a quanto pare, rimasto, almeno in parte, inascoltato infatti, si legge nella lettera, continuano ad arrivare al ministero del Lavoro segnalazioni in merito alla mancata armonizzazione delle regole di governance di alcuni degli enti di previdenza al principio della parità di genere. Un problema di genere esiste, e basta guardare i numeri per capirlo. Nelle professioni ordinistiche la componente femminile rappresenta il4i% degli iscritti, e se si guarda agli under 40 sono la maggioranza (54%)> eppure dalla costituzione degli enti di previdenza privati (1994 perle Casse privatizzate con il Digs 309 e 1996 per le Casse istituite con il Dlgs 103) le donne chiamate a guidare una Cassa sono state in tutto tre, di cui due sono attualmente in carica (Enpab-biologi e Inpgi-giornalisti). Le Casse in questi giorni stanno rispondendo alle richieste della consigliera nazionale di parità, resta da capire cosa il Ministero farà di queste informazioni.

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