Ius soli nello Statuto del Comune di Bologna, c’è la proposta della maggioranza

BOLOGNA – Bologna procede a grandi passi verso la modifica dello Statuto del Comune di Bologna che riconosce ai diritti di cittadinanza dei ragazzi nati in città da genitori stranieri. “In questi giorni la lista civica ‘Lepore sindaco’ e tutta la maggioranza hanno depositato la proposta di modifica dello statuto del Comune: proporremo di inserire nello statuto la riforma della cittadinanza, perché riteniamo che chi viene a vivere a Bologna e ha un figlio che nasce qui, debba vedere questi ragazzi crescere sapendo di essere bolognesi, così come chi completa il ciclo dell’obbligo scolastico deve avere la certezza di poter essere bolognese”, spiega il sindaco a margine della tavola rotonda organizzata a Palazzo D’Accursio in occasione della Giornata mondiale del rifugiato.

“UN GESTO POLITICO E CULTURALE”

“È un gesto politico e culturale che per noi significa proporre al Parlamento di approvare la proposta dello Ius scholae in questo momento in discussione alla Camera. C’è un maggioranza trasversale in tutto il Parlamento, al di là di quello che pensano al Lega e alcuni esponenti di Fratelli d’Italia. Credo che nel centrodestra ci siano tante figure disponibili a votare lo Ius scholae”, prosegue Lepore. “È arrivato il momento di essere coraggiosi. A Bologna si tratta di riconoscere la cittadinanza a 11.000 persone e dire loro che fanno parte di questa comunità, con i diritti e i doveri. Si tratta di non limitarci a parlare di baby gang, ma fare molto di più, fare in modo che questi ragazzi possano convivere con noi nella scuola nella cultura, sapendo che non sono ignorati, che non sono qui per un periodo, ma sono qui per la vita che vorranno portare avanti”, è il messaggio del sindaco.

“Modello non è solo un’affermazione di principio, ma un modo di fare. Ne ho avuto prova in questi mesi in cui gi siamo trovati a gestire l’emergenza ucraina”, riconosce il prefetto Attilio Visconti. “La rete con il terzo settore consente a questa comunità di essere accogliente e di saper rispondere alle esigenze. Il Sai, che la città ha scelto come modello di accoglienza diffusa e integrata, può consentire alle persone di costruirsi progetti di vita. La nostra comunità ha dato una grande prova e credo sia da prendere a riferimento”, sottolinea il presidende dell’asp, Stefano Brugnara. “Siamo a celebrare e rinnovare una scelta dell’accoglienza diffusa che Bologna ha fatto 18 anni. Bologna non poteva limitarsi a dare vitto e alloggio, ma si è occupata dei progetti di vita delle persone. Una scelta che ci ha aiutato anche nella gestione dell’emergenza ucraina e ci consente di avere il Sai più grande d’Italia”, conclude l’assessore comunale al Welfare, Luca Rizzo Nervo.

Intanto, domani al circolo Passpartout di via Galliera è in programma la presentazione del libro “Dialoghi sul diritto di cittadinanza” di Insaf Dimassi e Antonio Salvati. Dialogheranno Insaf Dimassi, studentessa, attivista per i diritti e mediatrice culturale, Ouidad Bakkali, vicesegretaria del Pd dell’Emilia-Romagna per Diritti e cittadinanza, il consigliere comunale Siid Negash.

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