Il commento di Jacopo Morrone (Lega).
“Purtroppo sui temi referendari è stato alzato un ‘muro del silenzio’ che ha favorito quelle parti che, per diverse ragioni, hanno ostacolato la modifica dell’attuale sistema, nonostante il ‘caso’ Palamara ne abbia scoperchiato tutte le anomalie e le storture. La riforma della giustizia approvata in Senato, a nostro giudizio, è molto debole. Senza dubbio non è quello che serve al Paese. Sono, infatti, indispensabili provvedimenti strutturali più coraggiosi. Il sistema correntizio e lo stretto legame con la politica non hanno come obiettivo la meritocrazia ma la spartizione di potere. Non sono comunque deluso dal risultato del referendum. Tutt’altro. A fronte degli ostacoli che ci hanno frapposto, la macchina organizzativa ha funzionato, 1 italiano su 5 è andato a votare e i SÌ hanno registrato un ampio consenso. Da notare che dove si votava anche per le elezioni amministrative il quorum è stato molto più alto, raggiungendo risultati sopra il 50 per cento più 1. Il referendum è stato un banco di prova che ha svelato senza ombra di dubbio quali siano in Italia le forze politiche riformatrici, e quali invece puntino a bloccare o a rinviare ogni cambiamento che possa mettere in discussione reti di potere e influenze consolidate nei decenni. Credo che il Paese debba scrollarsi di dosso questa cappa che può solo ostacolare le riforme vere. Noi continueremo a lavorare per un sistema della giustizia più giusto, che premi la qualità e il merito”.