Dopo i sindaci, anche i Rettori scrivono a Draghi: “I giovani hanno bisogno di Lei”

ROMA – “Caro presidente Draghi, in questi giorni sono diversi gli appelli affinché lei possa rimanere in carica. Tanti i gesti di stima da parte dei leader di tutto il mondo e i messaggi per mano dei rappresentanti delle istituzioni e delle imprese. Temo però che, in questo coro, quasi del tutto unanime, la voce più debole sia quella delle tante ragazze e dei tanti ragazzi che, dalle aule universitarie, vivono questa ennesima vicenda con rassegnazione”. Comincia così la lettera firmata da Ferruccio Resta, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), indirizzata al premier dimissionario nei giorni della crisi di governo.

Resta, rivolgendosi a Draghi e parlando degli studenti universitari, sottolinea: “Non li sentirà, probabilmente non li vedrà scendere in piazza. Non perché non abbiano un’opinione a riguardo, ma perché ipotizzo non abbiano né la voglia né l’interesse di assecondare i giochi della politica. Ne hanno viste tante negli ultimi anni. Con la pandemia hanno vissuto momenti di grande incertezza. A loro dobbiamo restituire la fiducia nel futuro. Fornire modelli positivi”.

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Per il presidente della Crui, ciò che occorre è “garantire stabilità e una mano ferma alla guida di un’Italia stanca delle logiche di partito, provata dalla crisi economica, intrappolata in un eterno presente che la rende del tutto incapace di guardare al bene delle prossime generazioni. Perché è di questo che stiamo parlando: è il momento della responsabilità, del giudizio, della coerenza, della fatica e dell’onestà. Valori che siamo sicuri siano al centro delle sue riflessioni”, rimarca il Rettore nella lettera a Draghi.

La lettera prosegue: “Caro presidente Draghi, l’università ha bisogno di lei. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima e allo stesso tempo una richiesta di aiuto: la formazione, la ricerca e soprattutto le giovani studentesse e i giovani studenti del nostro Paese hanno bisogno di esempi da seguire e di riferimenti da ricordare”.

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“Un’ultima riflessione. Grazie ai fondi del Next Generation Eu – ricorda Resta – stiamo mettendo in sicurezza un bene prezioso, quello della conoscenza. Stiamo lavorando per aumentare il diritto allo studio, per rimettere in ordine i percorsi di carriera accademica, per ridurre il divario di genere e quello geografico e sociale, per impegnare la ricerca verso le grandi sfide tecnologiche e ambientali, per renderla più permeabile e vicina ai bisogni di innovazione delle imprese e della società … in breve, per restituire all’università quel ruolo che le spetta di diritto all’interno di un Paese moderno e civile, quello di essere uno straordinario ascensore sociale, indispensabile per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. È un momento positivo, di grande slancio. Non permettiamo ai venti della politica di cambiarne la rotta. Una barca senza timone va alla deriva”.

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