In Nigeria dibattito sulla coppia di candidati musulmani alle presidenziali

ROMA – Dibattito e confronto politico in Nigeria per la decisione del candidato del partito di governo alla presidenza federale di puntare su un vice del suo stesso credo religioso, islamico, senza dunque garantire un principio di equilibrio di rappresentanza confessionale. Secondo il quotidiano Punch, la Christian Association of Nigeria (Can) ha definito la scelta di Bola Tinubu e del suo All Progressives Party (Apc) un errore che rischia di aggravare tensioni e contrapposizioni.

Critica anche la Pentecostal Fellowship of Nigeria (Pfn), che ha annunciato l’intenzione di chiedere ai fedeli di non votare per la forza di governo. In un documento pubblicato sui social media, Tinubu ha sottolineato di voler privilegiare competenza e integrità personali al principio di apparenenza religiosa. Come ricorda il quotidiano This Day, l’ultima volta che un partito di rilievo federale aveva puntato su un ticket di candidati che non rappresentava entrambe le confessioni era stato nel 1993, quando a farsi avanti per il Social-democratic Party erano stati Moshood Abiola e Babagana Kingibe, entrambi musulmani. Il voto era stato allora annullato in seguito a un golpe militare.

In vista delle prossime presidenziali, previste nel 2023, da segnalare comunque prese di posizione variegate. Il vescovo Mohammed Naga, a capo della sezione della Can nello Stato nord-orientale di Borno, roccaforte del gruppo ribelle di matrice islamista Boko Haram, si è ad esempio detto favorevole all’investitura di Shettima, già governatore locale tra il 2011 e il 2019. Il prossimo anno i candidati dell’Apc dovranno affrontare anzitutto quelli del People’s Democratic Party (Pdp): il musulmano Atiku Abubakar e il cristiano Ifeanyi Okowa, già governatore dello Stato petrolifero meridionale del Delta.
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