Strage Bologna, la denuncia: “Familiari costretti a fare causa per i risarcimenti”

di Vania Vorcelli e Andrea Sangermano

BOLOGNA – Dopo 18 anni dalla legge che dovrebbe garantire i risarcimenti ai parenti delle vittime delle stragi, i familiari “devono fare causa per avere quello che gli spetta”. Per Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, di cui oggi si celebra il 42esimo anniversario, è “uno sfregio”, che fa capire “l’ottusità di certi ministeri”. Da 18 anni, ricorda Bolognesi parlando nel cortile di Palazzo D’Accursio, c’è una legge licenziata in Parlamento che tutela le vittime e aiuta le famiglie: “18 anni per far funzionare questa legge”. Quest’anno, prosegue Bolognesi, “finalmente si stava concludendo l’iter, c’era un accordo generale. Poi c’è stata la crisi e tutto si è fermato. Ma tutti i partiti hanno firmato, li vedremo al prossimo giro”, ammonisce. Intanto, però, nel mirino del portavoce delle famiglie finiscono in particolare “l’alta burocrazia” dello Stato e ministeri economici “furbetti”. Come “affossi la legge? Dicendo che costa troppo”, nota Bolognesi.

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“DOVER FARE CAUSA PER AVERE CIÒ CHE SPETTA È UNO SFREGIO”

“Ci sono processi vinti dalle famiglie. Questo sfregio che le vittime debbano fare causa per avere quello che gli spetta, fa capire l’ottusità di certi ministeri”. Insomma, “18 senza mai questa normativa che viene completata e tutte le volte arriva il parruccone che vuole la corretta interpretazione: ma questo vuol dire fare un’altra legge e passano anni e anni”.

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BIANCHI: ARRIVARE IN FONDO SU LEGGE RISARCIMENTI

Il prossimo Governo e il prossimo Parlamento dovranno “portare fino in fondo” la legge per i risarcimenti alle vittime del terrorismo. “E sono sicuro che sarà così”. A dirlo è il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, oggi a Bologna per l’anniversario della strage alla stazione, il 2 agosto 1980. “Deve essere così- insiste Bianchi- la legge De Maria pone fine a un calvario durato 18 anni, è stata sostenuta a spada tratta dal nostro Governo e da tutte le forze politiche. Credo che sia un dovere del Parlamento portarla in fondo. Sono sicuro che il prossimo Governo e il prossimo Parlamento lo faranno”.

Come Governo Draghi, inoltre, “abbiamo aperto anche tutti i nostri archivi, in modo che se c’è ancora qualcosa da trovare, lì c’è. La digitalizzazione è fondamentale”. In questi anni, rivendica inoltre il ministro, “abbiamo avviato tantissime iniziative nelle scuole sulla legalità in tutto il Paese, e non solo su questa vicenda tragica”.

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