Sudafrica, torna il festival del panino delle township

ROMA – E’ l’alternativa all’hamburger. Economico e popolare, gustoso e pure ipercalorico. Si chiama “kota”, slang da “quarter”, un quarto di pane, ma anche in decine di altri modi. È il sandwich delle township, medaglione oppure baguette, celebrato con un festival a Soweto, il quartiere simbolo a Johannesburg del Sudafrica anti-apartheid.

SI CHIAMA “KOTA” ED E’ L’ALTERNATIVA POPOLARE ALL’HAMBURGER

La manifestazione, con chef, assaggi e nuove ricette, è giunta questo mese alla quinta edizione. Tra stand e banchetti è stato possibile gustare il panino condito con patatine fritte, affettati, salse, sottaceti e salsicce nelle varianti “russa”, “viennese” e “francese”.Il sandwich si tiene insieme con un bastoncino di legno o è avvolto in un sacchetto di plastica. Come riferiscono i giornali di Johannesburg e pure la rivista Jeune Afrique, che al festival ha dedicato un servizio, c’è chi si siede sopra il kota per schiacciarlo e condividerlo con gli amici. Ma attenzione: pare che la parte anteriore sia più carica mentre nella posteriore ci sia più pane.Tra le nuove varianti c’è una pagnotta tagliata in quattro con la mollica al centro rimossa per accogliere ripieno di patatine fatte in casa a doppia cottura, croccanti fuori e fondenti dentro.Il kota è in vendita a meno di 50 rand, l’equivalente di due euro e 80 centesimi. Ce n’è per tutti i gusti non solo a Soweto ma anche a Durban, dove il panino si chiama “bunny chow” ed è servito con curry di agnello, a Pretoria, dove preferiscono il termine locale “sphathlo”, o a Città del Capo, dove è anche “Ak”, in formato baguette con riferimento al mitragliatore Ak-47 per via della lunghezza.

NELLA STRADA DEI DUE NOBEL PER LA PACE

Il festival si è tenuto dalle parti di Vilakazi Street, conosciuta come la strada dei due premi Nobel, dove vissero Desmond Tutu e Nelson Mandela, protagonisti della lotta contro il regime di apartheid.Il kota è nato proprio al tempo del segregazionismo, come street food delle comunità nere, consumato in particolare dai minatori. Oggi il panino ha però conquistato anche i quartieri ricchi, come Sandton, a Johannesburg. Ne ha parlato in questi giorni Anna Trapido, chef e antropologa sudafricana, autrice di un libro di cucina e giustizia, ‘A Hunger for Freedom: ‘The Story of Food in the Life of Nelson Mandela’. “I kota dovrebbero essere preparati nelle comunità di origine” ha osservato. “Se li mangi a Sandton ti allontani dalle origini”.
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