Beccia (Aics): “In Sudamerica prospettive speciali per la cooperazione”

Crediti foto di copertina: ministero dell’Ambiente

QUITO – Obiettivi come il “sostegno allo sviluppo sostenibile delle piccole e medie imprese locali e la tutela dell’ambiente, con la Foresta amazzonica in testa, con focus trasversali su equità di genere e protezione dell’infanzia” e diversi strumenti per realizzarli, “dalla cooperazione bilaterale nell’ambito di accordi per la riconversione del debito fino a progetti multistakeholder coordinati da enti locali ed ong italiane”. A guidare lo sguardo, una prospettiva “regionale”. Il quadro della cooperazione italiana in Sud America lo delinea Mario Beccia, Direttore della sede di Bogotà dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), con competenza su tutti i Paesi della regione.

L’intervista con l’Agenzia Dire si tiene a Quito, la capitale dell’Ecuador, nell’ambito della prima visita del direttore fuori dalla Colombia dall’apertura dell’ufficio di Bogotà, lo scorso primo aprile. Il colloquio, più precisamente, si svolge sfilando in macchina fra le salite e le discese della metropoli andina, nel tragitto fra una riunione in Ambasciata con i rappresentanti delle ong italiane presenti nel Paese e un incontro con i rappresentanti dell’Unione Europea. L’agenda rispecchia l’impegno della cooperazione italiana nella regione, che si sviluppa su più livelli e in sinergia con una varietà di partner.

L’ESPERIENZA DEL FIEDS

Beccia, avvocato originario di Roma, una carriera ventennale nelle relazioni internazionali, parte dall’impegno del Fondo Italo Ecuatoriano para el Desarrollo Sostenible (Fieds), istituito nel 2016 nell’ambito di un’intesa bilaterale fra Roma e Quito per la riconversione del debito in progetti di sviluppo.”L’Ecuador è un Paese che presenta condizioni speciali per poter sviluppare il sistema della cooperazione nella regione, e il Fieds ne è la prova”, dice il direttore della sede regionale dell’Aics, che poi spiega: “Il Fondo è un’esperienza modello che fa lavorare in sinergia le autorità di Quito e di Roma, sia a livello di comitato tecnico che di comitato esecutivo. Quest’ultimo vede la presenza centrale della nostraAmbasciata, che è fondamentale per il suo supporto e la sua assistenza”.

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Fieds, prosegue il direttore, è “attivo in diversi ambiti, come il sostegno allo sviluppo economico sostenibile delle piccole imprese, la prevenzione della violenza sulle donne, la lotta contro la malnutrizione infantile e poi la tutela dell’ambiente e la prevenzione degli incendi”. In quest’ultimo settore il contributo del Fondo si articola soprattutto attraverso il Programa Amazonìa sin Fuego (Pasf), un’iniziativa finanziata da Aics che mira a migliorare le condizioni di vita delle comunità locali di quattro province dell’Ecuador a partire dalla formazione delle comunità nella prevenzione degli incendi e nella gestione sistemica ed “ecologica” del fuoco. Il programma è giunto nel Paese dopo esperienze di successo in Brasile e Bolivia e nel contesto di un percorso cominciato alla fine degli anni ’90.

Il direttore Beccia visita il Pasf nel cratere di Pululahua, nei pressi di Quito

IL FUTURO PASSA DALLA DIFESA DELL’AMAZZONIA

Un bagaglio di competenze, questo, che ora trova una nuova dimensione regionale. “Aics sarà capofila di un progetto di cooperazione delegata da 18 milioni di euro con fondi europei per la tutela del territorio dell’Amazzonia a livello regionale che interesserà otto Paesi, di cui sono ancora in discussione idettagli, che si realizzerà in collaborazione con la cooperazione francese e spagnola”, riferisce il direttore. “Al centro dell’iniziativa, di cui assumiamo la leadership con orgoglio, la prevenzione degli incendi, la protezione della biodiversità e delle comunità native”.

Un nuovo capitolo, che dovrebbe prendere il via all’inizio del prossimo anno, che si colloca nell’ottica regionale su cui insiste Beccia. L’Ecuador ne è un tassello chiave, anche in virtù della nutrita e consolidata presenza di ong italiane, in alcuni casi installate nel Paese da molti anni. “C’è una comunità moltoforte”, evidenzia Beccia, “che opera in tutte le regioni, dalla costa fino alle Ande e ancora in Amazzonia”.

ISOSPAM E IL SOSTENGO ALLA PESCA IN MANABÌ

L’impegno delle società civile si declina anche in collaborazione con gli enti locali, come succede ad esempio nella Provincia costiera di Manabì. “In quest’area”, sottolinea Beccia, “col progetto Isospam, il comune marchigiano di San Benedetto del Tronto, cuore del cluster peschiero italiano, lavoro in sinergia con ong e università per favorire lo sviluppo della pesca sostenibile locale, in un’ottica di coinvolgimento degli attori locali italiani fondamentale per l’impegno della cooperazione italiana”.
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