Dalla Croce Rossa al governo Meloni: chi è Francesco Rocca, possibile nuovo ministro della Salute

ROMA – Tra le voci che stanno circolando in questi giorni sul possibile nuovo titolare del ministero della Salute nel futuro governo Meloni, figura anche il nome di Francesco Rocca. Avvocato, presidente della Croce rossa italiana (Cri) e dal 2017 anche alla dirigenza della Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc), incarico riconfermato lo scorso giugno. Rocca, romano classe 1965, vanta sin dai primi anni universitari esperienza nel volontariato con Jesuit Refugee Service, Caritas, infine con la Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo. Poi la pratica forense dal 1990 al 2003.

L’IMPEGNO CONTRO LA MAFIA E LA VITA SOTTO SCORTA

In particolare, si legge sul sito web della Cri, nella seconda metà degli anni ’90, è in prima linea nella lotta contro la mafia e, proprio per questo, è costretto a vivere cinque anni sotto scorta. Arrivano in seguito anche incarichi dirigenziali in strutture sanitarie come l’ospedale Sant’Andrea di Roma. Una professionalità rafforzata negli ultimi cinque anni per il suo ruolo alla guida del più grande network al mondo per l’assistenza umanitaria e sanitaria, con 150 milioni di persone raggiunte in 190 Paesi.

QUANDO ROCCA SMENTÌ L’IPOTESI MINISTRO

Il possibile incarico al ministero – un’indiscrezione che circola dai primi di settembre – è stato però categoricamente smentito l’8 settembre al ‘Fatto quotidiano’ da Rocca stesso, che in un’intervista ha detto: “Fare il ministro è una grande sfida” ma “lo escludo, sono stato eletto a giugno da 122 paesi, ho ancora quattro anni di mandato alla Federazione internazionale di Croce Rossa”. Rocca su un possibile incarico ministeriale ha aggiunto: “Magari tra dieci anni, ora non posso”. Da allora, il dirigente non è più intervenuto sull’argomento.

Nel 2018 Rocca è stato tra i partecipanti all’agenzia Dire del panel ‘Diritti umani. L’impegno per il mondo riparte dalle scuole’, un incontro tra studenti delle superiori e rappresentanti delle associazioni in prima fila per chi ha bisogno e vive una condizione di vulnerabilità.

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