Un nuovo volto al fisco italiano

“Vogliamo cambiare volto al fisco italiano. Dalla prima metà di gennaio inizieremo a scrivere la nuova legge delega implementando ciò che era previsto nella scorsa legislatura. Lavoreremo affinchè entro il 15 febbraio 2023 arrivi all’attenzione del Parlamento la nostra ipotesi di delega per un fisco più equo e giusto. L’obiettivo principale è far sì che l’attuale sistema, estremamente complesso per i tecnici, gli operatori, i contribuenti e per il fisco stesso, venga semplificato”. Lo ha annunciato Maurizio Leo, Vice Ministro dell’Economia, intervenuto nel corso del congresso dell’Unagraco (Unione Nazionale Commercialisti ed Esperti Contabili) “Dalla pandemia al conflitto bellico. Verso una nuova fiscalità”.

“La legge di bilancio appena approvata dal governo è mirata proprio all’approdo alla riforma fiscale. Abbiamo adottato prioritariamente provvedimenti per imprese e famiglie sul caro bollette reperendo le risorse dalla base imponibile degli extra profitti. Nelle altre disposizioni – ha proseguito Leo -, il filo conduttore parte dalla tregua fiscale per introdurre poi misure di riduzione e rimodulazione dell’Irpef, affrontare i temi della fiscalità internazionale più altre misure di razionalizzazione”.

Dal palco dell’hotel Nicolaus di Bari risponde Giuseppe Diretto, numero uno dell’Unagraco, che ha sottolineato come i commercialisti siano da sempre in prima linea sul fronte delle riforme e pronti a fare la loro parte: “Semplificazione, fiducia, equità e garanzie: queste le parole chiave scelte non solo per questa edizione del congresso nazionale ma, più in generale, per ridisegnare una nuova riforma finanziaria. Serve un ‘nuovo patto fiscale’ per l’Italia che preveda la riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi, l’introduzione di politiche fiscali ispirate al principio del “chi più assume, meno paga”, la semplificazione degli adempimenti tributari, e idee più concrete e tangibili come l’estensione del regime forfettario a tutte le partite IVA fino a 85 mila euro di fatturato annuo, l’abolizione dei micro-tributi, nonché il meccanismo della pace fiscale da realizzarsi mediante il  ‘saldo e stralcio’ delle cartelle esattoriali in essere”.

Secondo Andrea De Bertoldi (deputato di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze a Montecitorio): “Bisogna utilizzare la leva fiscale per favorire gli investimenti nell’economia reale del paese, ed in particolare nelle Pmi. Ricordo infatti che il risparmio nazionale, quantificabile in oltre cinque Billion tra liquidità ed investito, potrebbe essere utilizzato, anche in minima parte, per confluire nel capitale ovvero nel private debt delle nostre imprese. È evidente che la previsione di vantaggi fiscali favorirebbe questo flusso di denaro, che sarebbe fondamentale per la ripresa del paese”.

Elbano de Nuccio (presidente del Cndcec) ha sottolineato: “La riforma non può limitarsi alla rimodulazione delle aliquote Irpef e alla graduale eliminazione dell’Irap. Deve essere una leva per la ripresa economica delle imprese. Come commercialisti diremo la nostra sui dossier più caldi di questi mesi, dal PNNR alla giustizia tributaria, dalla crisi d’impresa alla delega fiscale”.

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