Professionisti, prima la salute

La «coperta» degli Enti di previdenza è (sempre più) lunga e avvolgente, quando si tratta di difendere la salute dei professionisti associati: dagli esami clinici per prevenire le malattie, oppure per giungere tempestivamente ad una diagnosi, fino alla giusta cura delle patologie (anche) attraverso le scoperte tecnologiche più sofisticate e l’impiego della telemedicina, l’erogazione di prestazioni per mantenere nelle migliori condizioni possibili lo stato f rappresenta il maggior investimento attuato in campo assistenziale. Stanziamenti ingenti — basti pensare, ad esempio, che la Cassa forense destina 30 degli oltre 67 milioni riservati all’offerta di welfare per gli avvocati nell’arco del 2023, la Cassa dottori commercialisti ne conferisce circa 17 sui 37 milioni messi a «budget» e l’Enpacl sovvenziona le esigenze dei consulenti del lavoro con 2,5 sui 7,5 milioni di finanziamenti totali — che, anno dopo anno, mediante le polizze sanitarie, permettono agli iscritti agli Istituti pensionistici privati di contare su aiuti efficaci, che si affiancano a quanto sono in grado di distribuire le strutture pubbliche disseminate sul territorio nazionale. Globalmente, il comparto che assicura i lavoratori autonomi iscritti a Ordini e Collegi da tempo paga annualmente con oltre 500 milioni tutta la gamma di iniziative per sostenere le sue diverse platee: un ruolo significativo continua a svolgerlo l’Emapi (l’Ente di mutua assistenza per i professionisti italiani), un’associazione senza finalità di lucro e Fondo sanitario riconosciuto dal ministero della Salute (a cui aderiscono 12 tra le 18 Casse previdenziali e le due assistenziali che fanno parte di un’unica organizzazione, l’Adepp) che raggiunge almeno un milione di persone, che beneficiano tanto di molteplici trattamenti sanitari integrativi, quanto della ormai assai diffusa «Long term care», ovvero la tutela in caso di non autosufficienza, che si configura quale strumento estremamente prezioso per affrontare con dignità e riguardo le conseguenze del graduale aumento dell’aspettativa di vita della popolazione. La tradizionale inchiesta annuale di IO Lavoro sul vasto «pacchetto» di welfare messo a disposizione degli iscritti agli Istituti disciplinati dai decreti legislativi l 2 I 509/1994 e 103/1996 fa affiorare sì la netta propensione a foraggiare interventi finalizzati alla salvaguardia della salute, tuttavia sotto i riflettori finiscono pure iniziative orientate allo sviluppo dell’attività lavorativa: nella tabella pubblicata in queste pagine, infatti, trova spazio la misura sovvenzionata con 800.000 euro dall’Enpaf ed ideata per non disperdere la «centralità dei farmacisti all’interno delle piccole comunità» del Paese, che potranno godere di un contributo «una tantum», se esercitano la professione in comuni al di sotto dei 5.000 abitanti e versano in condizioni di diffìcoltà economica. Col duplice intento di favorire l’occupazione della propria platea e di alleviare il crescente disagio di una «fetta» di connazionali ÃÅïðàð continua ad investire risorse (auspican do che se ne aggiungano altre, provenienti dall’ambito pubblico) nel progetto «Vivere Meglio», che consiste nel promuovere l’accesso alle terapie psicologiche per ansia e depressione, di cui lo scorso anno hanno usufruito, in Italia, almeno 10.000 persone. Nel novero degli interventi avviati dalla Cnpr (ragionieri) e da Inarcassa (ingegneri e architetti) ci sono i sussidi indirizzati alle famiglie di associati con figli disabili, mentre l’Enpam (medici e odontoiatri) e l’Epap (dottori agronomi e forestali, fìsici, chimici, geologi e attuari) irrobustiscono i propri finanziamenti per la natalità, o l’adozione, agevolando sia le mamme, sia i papa. L’ascesa dell’inflazione dal 2022 (complice l’aumento dei costi energetici, a seguito dello scoppio della guerra fra Russia e Ucraina), infine, non è passa ta inosservata all’Eppi: avvalendosi di una dote di 2,1 milioni, l’Ente intende incrementare le indennità da 200 e 150 euro corrisposte dal governo di Mario Draghi, alleviando gli oneri del «caro-vita» dei periti industriali. E, perciò, deliberato l’intervento straordinario, attende ora, per poter erogare l’aiuto, che arrivi l’approvazione dei ministeri vigilanti del Lavoro e dell’Economia.

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