La crisi di natalità che ha colpito l’Italia negli ultimi anni ha alla base motivazioni esclusivamente economiche o ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale di costumi e tradizioni nel Belpaese? Se ne è discusso nel corso del webinar “Giovani e poveri: lavoro precario, pensione incerta, una montagna di debito. Il calo della natalità è solo una questione economica?” promosso dalla Cassa di previdenza dei Ragionieri e degli Esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Susanna Camusso (senatrice del Pd in Commissione Affari Sociali e Lavoro a Palazzo Madama), Fabrizio Sala (deputato di Fi in Commissione Finanze a Montecitorio), Gianfranco Rotondi (FdI), vicepresidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera dei Deputati e Emma Pavanelli (parlamentare del M5s nella commissione Attività Produttive a Montecitorio).
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Antonio Moltelo (commercialista dell’Odcec di Nola): “Siamo seriamente preoccupati per il futuro. Le nuove generazioni devono fare sempre più i conti con lavori precari, pensioni incerte e una montagna di debiti cui far fronte. Una condizione difficile di fronte alla quale non stupisce di certo il pesante calo di natalità che affligge l’Italia e gli italiani. A questo si è venuta ad aggiungere la scelta, obbligata per molti, di aumentare i tassi d’interesse per fronteggiare l’aumento continuo dell’inflazione che ha causato un’impennata delle rate dei mutui e dei prestiti”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale degli esperti contabili): “E’ una questione in parte economica ma anche culturale e di costume. C’è meno propensione a fare figli indipendentemente dall’ economia e dai guadagni o dai redditi familiari. Quanto al costume, si ritardano sempre più la paternità e la maternità, ci sono genitori sempre più adulti perché è cambiato il modo di vivere, il sistema di vita delle famiglie. In realtà il dio del libero mercato provoca questo tipo di stortura. L’Italia è l’ottavo paese del mondo come prodotto interno lordo, la ricchezza prodotta all’interno del Pase. Ma se andiamo a vedere la classifica del potere di acquisto per abitante sorprendentemente la troviamo al 44esimo posto al mondo. Allora c’è sicuramente un problema di redistribuzione del reddito prodotto. Domandiamoci perché e come intervenire su questo strano gap”.