I palestinesi da Papa Francesco: “La tregua non basta: fermare il genocidio”

ROMA – “Il cessate il fuoco non basta, neanche la tregua umanitaria raggiunta stamani, perché di fatto mantiene lo status quo, e il genocidio potrà riprendere quando vorranno. Dal 1947, persino palestinesi forzati da Israele a fuggire in Libano sono stati poi massacrati nei campi di Sabra e Shatila. L’eccidio continua. Ma ogni vita è preziosa e nessuno dovrebbe dimenticarlo. Serve autodeterminazione e libertà. Per favore, siate messaggeri di pace e giustizia. La meritiamo”. Questo l’appello lanciato da Youssef Al-Khouri, uno dei palestinesi ricevuti in udienza privata da Papa Francesco, incontrando la stampa in Città del Vaticano.

“Da 47 giorni Gaza vive l’inferno in terra a causa del più forte e meglio equipaggiato esercito del mondo, quello israeliano, che sta commettendo un genocidio” ha detto Al-Khouri.

“Oltre due milioni di persone sono intrappolate e demonizzate non solo da certi governi ma anche da media”. Il testimone ha continuato citando “accademici tra cui Barouk Kimberley, che affermano che Gaza da anni è un campo di concentramento”.    Al-Khouri ha aggiunto: “Il 68% dei civili uccisi ora sono donne e bambini. Molti tra i 18 cristiani uccisi nel bombardamento della chiesa ortodossa di San Porfirio erano miei amici di infanzia”.

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