Cittadini più vicini alla giustizia

“Lavoriamo a riforme che possano riavvicinare i cittadini alla giustizia. Una di queste è sicuramente la separazione delle carriere che dia l’idea di un giudice terzo e imparziale, equidistante tra accusa e difesa. Ma la riforma vera è quella dell’aumento del numero dei magistrati. Abbiamo un magistrato ogni 11.500 cittadini, in Germania il rapporto è di 1 ogni 5500. Su questo bisogna necessariamente intervenire. L’Ufficio per il processo si è rivelato una scelta efficace. Oggi contiamo su seimila addetti che rimarranno fino al 2026. E’ stato bandito un nuovo concorso per 4200 unità che ci auguriamo di poter stabilizzare se le risorse economiche lo consentiranno. Questi provvedimenti hanno comportato un’accelerazione dei tempi del processo penale del 29% e dei processi civili del 19%. Siamo sulla buona strada per centrare gli obiettivi che l’Europa ci chiede”. Queste le parole del vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto al Cnpr Forum “L’Italia che verrà: uno sguardo sul futuro del nostro Paese”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, dedicato all’evento nazionale “Insieme per il Domani”.

“La giustizia rappresenta un servizio estremamente importante per il rilancio e la crescita del nostro Paese; per il suo buon funzionamento – ha osservato Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei Conti – c’è bisogno di riforme strutturali, di regole chiare e certe, ma anche di una magistratura autorevole, terza, imparziale, equilibrata, al di sopra delle parti. Oggi è più che mai necessario che si ristabiliscano i ruoli che la Costituzione assegna a ciascun organo e a ciascuna istituzione e ognuno rispetti i limiti del proprio ruolo”.

Di semplificazione delle sentenze ha parlato Fulvio Baldi, sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione: “Una giustizia che funzioni mette in condizione l’imprenditore di poter sapere prima a cosa andrà incontro, consentendogli di decidere che percorso intraprendere. In Italia abbiamo 9.500 magistrati operanti, a cui si aggiungono 4.500 magistrati onorari. Il problema, quindi, non è il numero ma il fatto che le sentenze andrebbero semplificate. Un magistrato che scrive un ‘trattato’ e spreca giorni che non possono essere facilmente recuperati. Abbiamo la Cassazione assediata, con circa 60mila processi penali e 30/40mila civili all’anno e le contravvenzioni occupano lo stesso tempo di un processo che analizza tematiche delicate. Serve un cambio di mentalità”.

La Giustizia è al centro del rilancio dell’Italia secondo Paola Severino, presidente della Scuola nazionale della PA: “Il tema del rapporto tra diritto ed economia, tra giustizia ed economia, tra buon funzionamento della giustizia e crescita del Paese deve essere posto al centro. Se non c’è certezza del diritto l’economia si desertifica. Negli ultimi quattro o cinque governi tutti i ministri della Giustizia hanno affrontato il tema partendo da questo obiettivo. Nel diritto civile il timore che una controversia possa durare anni toglie qualsiasi buona volontà alle aziende a investire nel Paese”.

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