“Dal 1° gennaio inizieremo a emanare i primi sette-otto decreti attuativi della riforma fiscale così come avevamo previsto. Abbiamo poi uno spettro temporale di 24 mesi per procedere con gli altri decreti, ivi compresi quelli correttivi. Stiamo altresì lavorando anche per il rinvio della prima e della seconda rata della Rottamazione quater al 20 dicembre per gli alluvionati della Toscana. Mi rendo conto che è ben poca cosa ma di più non si può fare viste le difficoltà di cassa che scontiamo nei conti pubblici”. Lo ha annunciato Maurizio Leo, viceministro all’Economia e alle Finanze al Cnpr Forum “L’Italia che verrà: uno sguardo sul futuro del nostro Paese”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, dedicato all’evento nazionale “Insieme per il Domani”.
“Nell’ambito della rimodulazione del Pnrr – ha sostenuto Lucia Albano, sottosegretario al Mef: – non sarà definanziato alcun intervento per ciò che riguarda gli asili nido. Con il decreto Caivano sono già stati messi in campo 530 mln di euro e con il Piano 0-6 sono previsti altri 900 milioni per l’edilizia scolastica. Continueremo a investire nel capitale umano per garantire un futuro al nostro Paese”.
Per Gianluca Cantalamessa (capogruppo della Lega in Commissione Industria al Senato): “Il centrosinistra critica una legge di bilancio che dà più soldi alle imprese che assumono, più soldi in busta paga ai lavoratori con il taglio del cuneo fiscale, più soldi alla sanità 130mld e più risorse agli enti locali. La disapprovazione arriva proprio da chi, nelle gestioni precedenti, licenziava leggi di bilancio solo lacrime e sangue. Non siamo riusciti a fare tutto quello che volevamo ma tutto quello che potevamo viso il fardello dei 146 mld di crediti per il superbonus che ci siamo ritrovati dalla precedente gestione”.
Critico Emiliano Fenu (capogruppo M5s in Commissione Finanze alla Camera): “C’è il serio rischio che il concordato prevenivo biennale diventi uno strumento coercitivo nei confronti delle imprese e delle partite iva. L’accordo tra amministrazione finanziaria e contribuente non è assolutamente una novità. E’ uno strumento che si adatta solo alle grandi aziende. Per tutti gli altri è oggettivo che lo Stato non possa riuscire a portare avanti un’interlocuzione con tutti. Allora accadrà che il concordato diventerà un automatismo con un invio massiccio di richieste di adesione per promuovere questa misura. Non è questa la direzione giusta”.
Diego Buono, presidente della Cassa di previdenza dei geometri liberi professionisti ha rimarcato le richieste degli enti previdenziali dei professionisti: “Le Casse da tempo chiedono al governo di affrontare un paio di temi fondamentali come il problema della doppia tassazione, così come l’imposta degli investimenti che oggi è al 26%, superiore addirittura ai fondi pensioni complementari di secondo livello. Altro tema è quello della conferma dell’autonomia contabile e gestionale degli enti pensionistici privatizzati, con una legge sempre più minata da provvedimenti che limitano la nostra azione di assistenza e welfare in favore degli associati”.