“Cultura e istruzione possono contribuire allo sviluppo economico andando a intercettare i giovani talenti che sanno coniugare questi due termini. E’ importante una cultura di qualità anche per le imprese così come è importante mantenere i collegamenti tra scuola e cultura e scuola e lavoro. Così possiamo dare qualità ai titoli che i nostri giovani conseguono. La scuola è luogo di trasmissione del sapere e non deve piegarsi al produttivismo. Nello stesso tempo abbiamo operato per facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro sia con l’orientamento attraverso una nuova piattaforma realizzata grazie ai fondi del Pnrr, poi con una riforma della filiera professionale tecnica che inizia il suo iter al Senato con un percorso didattico di 4 anni più 2 anni di istituto tecnico superiore per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro”. Lo ha affermato Paola Frassinetti, sottosegretario al ministero dell’Istruzione e del Merito, intervenendo al Cnpr Forum “L’Italia che verrà: uno sguardo sul futuro del nostro Paese”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, dedicato all’evento nazionale “Insieme per il Domani”.
“E’ doveroso che il diritto all’istruzione e l’accesso alla cultura convivano. Dobbiamo incentivarli di più. E’ necessario ha evidenziato Anna Laura Orrico (parlamentare del M5s in Commissione Cultura della Camera dei Deputati) – educare i giovani alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale che rappresenta la nostra storia, la nostra memoria e il nostro dna. Così cresceranno giovani che saranno cittadini responsabili in grado di attivare attraverso la cultura nuove forme di sviluppo ed economia sostenibile. I lavori cambiano costantemente in conseguenza del progresso tecnologico. I giovani devono essere pronti a questi cambiamenti attraverso percorsi di formazione in grado di fornire conoscenze e competenze per affrontarli. L’elemento più importante resta l’orientamento che dovrebbe accompagnare gli studenti lungo tutto il percorso normativo”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Mario Chiappuella, revisore dell’Odcec di Massa Carrara: “Sicuramente la cultura e l’istruzione sono le basi senza le quali nessuna crescita è possibile. Scuola e cultura sono i settori dove, in assoluto, è indispensabile investire di più affinchè contribuiscano in modo determinante allo sviluppo economico del Paese”.
Secondo Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili, “Istruzione e cultura sono elementi fondamentali per un Paese come il nostro. Si tende però troppo a chiedere che scuole e università producano profili formati e competenze idonee al mondo del lavoro, cosa corretta, dimenticando le carenze della cultura di base che è quella formativa in generale. Abbiamo programmi scolastici riformati l’ultima volta nel 1920 e siamo fermi ancora lì. Dobbiamo fare passi in avanti. Con il diminuire della natalità si tendono a tagliare classi e a sopprimere sedi scolastiche. Sarebbe il caso di utilizzare questa riduzione per formare classi meno numerose e che abbiano la possibilità di essere seguite meglio dagli insegnanti”.