Più tutele all’agricoltura

La protesta degli agricoltori che sta dilagando in Italia e in Europa è il tema discusso nel corso del Cnpr forum “La grande crisi del settore agroalimentare: l’Italia e l’Europa sotto assedio dei trattori” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca, che ha visto protagonisti Salvatore De Meo (Forza Italia), presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento Europeo, Paolo De Castro (eurodeputato del Pd in Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale a Strasburgo), Calogero Pisano (Noi Moderati), segretario della Commissione Politiche dell’Unione Europea alla Camera dei Deputati e Alessandro Caramiello (deputato del M5s in Commissione Agricoltura a Montecitorio).

Il punto di vista dei professionisti Antonio Moltelo (commercialista dell’Odcec di Nola): “Gli agricoltori sono in rivolta in tutta Europa e protestano contro le politiche europee del green deal. Trattori in strada, arresti, bandiere UE bruciate. Scene che probabilmente potevano essere evitate se solo si fossero ascoltate le loro esigenze in sede di approvazione delle norme sul green deal. La cosa auspicabile è che l’Europa e l’Italia aprano subito un dialogo con gli agricoltori per sostenere il settore dell’agroalimentare che vale miliardi di euro e rappresenta uno dei fiori all’occhiello del made in Italy”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili: “Gli agricoltori protestano in tutta Europa e in Italia sono tutti d’accordo con loro. Ci sarebbe allora da chiedersi come mai protestano. La verità è che tutte le decisioni in materia di agricoltura passano attraverso Bruxelles e non Roma e l’agricoltura stessa è ritenuta la figlia povera all’interno del comparto della produzione. Se consideriamo però anche il settore agroalimentare l’incidenza sul pil sale al 16%. I prodotti agricoli scontano sul campo tutta una serie di passaggi soprattutto nei confronti della grande distribuzione dove sono contraenti deboli. Quindi bisogna favorire tutta una serie di aggregazioni tra compagini agricole per consentirgli di avere maggior peso contrattuale rispetto agli acquirenti e agli intermediari. Nella redazione del green deal è stato un errore gravissimo non sentire gli agricoltori. Alcune di queste misure andavano mediate consentendo di salvaguardare entrambi gli interessi. Speriamo che dal confronto e dal dialogo vengano fuori soluzioni condivise”.

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