Ciad al voto: l’oppositore di professione contro il generale

ROMA – “Succes Masra si appresta a diventare il nuovo ‘oppositore di professione’ del Ciad” sorride Alessio Iocchi, ricercatore all’Orientale di Napoli e al Norwegian Institute of International Affairs, autore per Carocci del volume ‘Resistenti, ribelli e terroristi nel Sahel’. Con l’agenzia Dire parla dopo il via libera del Consiglio costituzionale di N’Djamena, che in settimana ha approvato la candidatura del primo ministro: alle elezioni del 6 maggio potrà sfidare proprio chi gli ha affidato l’incarico, il generale Mahamat Deby Itno, soprannominato “Kaka”, succeduto alla presidenza al padre Idriss ferito a morte in battaglia nel 2021.

IL PRECEDENTE KEBZABO

Iocchi ricorda cosa era accaduto con un altro oppositore, Saleh Kebzabo, pure alla fine cooptato dal potere e divenuto primo ministro. Quarantuno anni, economista, già animatore del movimento Les Transformateurs, Masra è la figura di maggior rilievo tra quelle che affronteranno nelle urne il capo dello Stato, 39enne, dunque poco più giovane di lui. In lizza non ci saranno 20 ma dieci candidati. Il Consiglio costituzionale ne ha esclusi infatti la metà. Invalidate le candidature di Nassour Ibrahim Neguy Koursami e Rakhis Ahmat Saleh, tra gli oppositori più noti. Ammessa invece quella di Lydie Beassemda, ministra dell’Istruzione, l’unica donna.

“RESISTENTI, RIBELLI E TERRORISTI NEL SAHEL”

Nel colloquio con Iocchi, come nel suo libro, l’orizzonte è però più ampio. Abbraccia il Sahel, una parola di origine araba che vuol dire confine o anche riva. “La sua storia è stata narrata, rappresentata e plasmata dagli attori locali in base alla propria relazione con l’Europa” scrive il ricercatore nel volume edito da Carocci. E forse è significativo che Masra abbia promesso proprio in un’intervista a Parigi, la capitale della Francia ex potenza coloniale, che l’inchiesta sulla recente uccisione a N’Djamena dell’oppositore Yaya Dillo rispetterà gli “standard internazionali”. Ci sono poi i confini. Nel Sahel dei “resistenti, ribelli e terroristi” raccontato da Iocchi spesso si attraversano. Ad esempio per raggiungere il Darfur, in Sudan, a est del Ciad. Il ricercatore si sofferma sul rapporto tra Deby figlio e le Forze di supporto rapido (Rsf), milizie paramilitari coinvolte nel conflitto civile oltreconfine. “Il generale è alleato degli Emirati Arabi Uniti, che a loro volta sostengono le Rsf” questa l’analisi. “Si spiega anche così la decisione di lasciar utilizzare la pista di Amdjarass, in una regione del Ciad prossima al Darfur, come base per il trasferimento di armi”.

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