Haroun Fall: “Io attore attivista per gli afrodiscendenti, rappresento l’Italia anche per Armani”

PRATO – “In Italia siamo solo tre gli attori di colore che hanno studiato al Centro sperimentale di cinematografia, e io sono l’unico afrodiscendente. Essere afrodiscendenti significa prima di tutto essere cittadini, ma nel nostro Paese, purtroppo, non veniamo riconosciuti come tali. Inoltre, Inoltre, non appena un afrodiscendente commette un errore, quello ricade su tutti”. Haroun Fall con l’agenzia Dire traccia un’analisi su cosa significhi essere oggi un giovane italiano di origini straniere, che ha il sapore della denuncia. L’attore, nato da madre italiana e padre senegalese, è cresciuto a Torino con una famiglia affidataria italo-britannica e a 28 anni vanta partecipazioni di rilievo sia sul grande che sul piccolo schermo. Lo possiamo vedere il lunedì su Rai1 interpretare i panni di un poliziotto nella serie ‘Il Clandestino’, con protagonista Edoardo Leo, mentre già lavora a un nuovo progetto.

Fall, che è stato ospite del Sabir – Festival diffuso sulle culture mediterranee a Prato per portare la sua esperienza, chiarisce: “Essere afrodiscendenti significa avere una grande responsabilità. Ho basato la mia carriera su questo: ho scelto di essere un attore attivista quando ho capito che potevo agire da una posizione privilegiata e farmi megafono di chi non ha voce”. Secondo l’attore “in Italia non abbiamo raggiunto neanche la soglia minima di rappresentanza dei diritti delle minoranze, o delle minoranze stesse”. Negli anni, riferisce l’attore, “ho dovuto capire cosa volesse dire per me avere origini africane, tramite il mio lavoro e le mie esperienze personali. Ho avuto la fortuna di essere affidato a una famiglia italo-britannica quindi sono cresciuto con un immaginario italiano”. Ogni passo falso, però, si paga: “a un certo punto ho capito quanto abbia voluto costantemente provare agli altri che ero la persona adatta, cercando di non commettere errori, perché ogni volta che una persona afrodiscendente sbaglia, ricade su tutti”. E gli afrodiscendenti, aggiunge, “sono una comunità ma soprattutto una collettività”. Che manca però nelle sceneggiature per cinema e televisione: “mancano i ruoli“, denuncia Fall, sottolineando come l’immagine stereotipata della nostra società escluda i giovani con origini “altre“. “Io sono tra gli unici tre afrodiscendenti che hanno studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: due di origine latina e io africana”. Tuttavia, col tempo e tanta tenacia, “sono riuscito a uscire dallo stereotipo dei ruoli perché ho adottato una strategia: a volte faccio anche 15-20 provini fuori ruolo per parti che non sono scritte per me. E mi preparo tantissimo affinché nessuno possa dire che non sono l’attore giusto per il ruolo. Sono contento perché negli ultimi anni questo lavoro ha dato i suoi frutti: sono stato scelto da Armani, casa di moda famosa per eleganza e italianità“. A ottobre poi uscirà un nuovo film, ‘Prophecy’, per la regia di Jacopo Rondinelli, “in cui interpreto un programmatore informatico”.

“I MINORI STRANIERI VANNO ACCOLTI, NON TRATTATELI COME PRATICHE”

Infine, un cenno all’attualità internazionale: “viviamo in un contesto caratterizzato dalle guerre che purtroppo portano una serie infinita di minori nel nostro paese. Io ho avuto la fortuna di essere affidato e credo che questo sistema funzioni per chi arriva da altri paesi, soprattutto dai conflitti. L’unica cosa che consiglio, è di trattare tutti i bambini che arrivano in Italia – sia sulle nostre coste che per altre vie – come persone e non come pratiche“.

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