L’Istituto superiore di sanità compie 90 anni: la storia e cosa fa

ROMA – Tanti auguri Istituto superiore di sanità: l’Iss compie infatti 90 anni. La cerimonia di apertura degli eventi celebrativi della ricorrenza si terrà oggi alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e del presidente e del direttore generale dell’Istituto, Rocco Bellantone e Andrea Piccioli. Per comprendere fino in fondo il ruolo e il valore dell’Istituto superiore di sanità, oggi il principale ente di ricerca per la salute pubblica del nostro Paese e struttura dove lavorano 2.500 persone, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo: è il 21 aprile del 1934, ancora in piena epoca fascista, quando a Roma nasce ufficialmente l’Istituto di Sanità Pubblica, che solo nel 1941 prenderà il nome di Istituto superiore di sanità. Nel 1959, quando l’Italia è in pieno dopoguerra, la struttura allora alle dipendenze del ministero dell’Interno passa al neo-istituito ministero della Sanità. A quel tempo i principali ambiti dell’Iss erano la microbiologia per il controllo delle malattie infettive, la fisica sanitaria e il controllo delle sostanze radioattive, la chimica, soprattutto per il controllo degli alimenti, e la malariologia.

Con il passare degli anni vengono messe a punto strategie sempre più efficaci per la lotta agli insetti vettori della malattia, che determinano un netto calo dei casi di malaria, soprattutto grazie all’impiego del DDT. Nel 1971 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara l’Italia Paese completamente libero dalla malaria. Domenico Marotta fu il primo direttore dell’Istituto e negli anni tra il 1935 e il 1961 ebbe il merito di coinvolgere nelle attività della struttura ben quattro premi Nobel: Enrico Fermi (fisica), Rita Levi-Montalcini (medicina), Ernst Boris Chain (medicina) e Daniel Bovet (medicina). Nel 1948, sempre sotto la sua direzione, viene realizzato un impianto pilota per la produzione della penicillina, operativo a pieno ritmo dal 1951. Ma Domenico Marotta era anche scienziato e uomo di cultura: si impegnò infatti a tradurre la ‘Nuova Atlantide’ di Francis Bacon sostenendo, proprio come il filosofo inglese, l’importanza della scienza per il bene del Paese. Dal 1972 al 1989 l’Iss è sotto la guida di Francesco Pocchiari. E se nel 1973 l’Istituto è in prima linea nel contrasto all’epidemia di colera che colpisce la città di Napoli, tre anni dopo, è il 10 luglio 1976, i suoi esperti sono tra i primi a intervenire in occasione dell’incidente dello stabilimento Icmesa di Seveso, quando si registra la fuoriuscita di diossina.

IL TERREMOTO IN IRPINIA E LA LOTTA ALL’AIDS

Le attività dell’Iss proseguono incessanti: il 23 novembre 1980, dopo il terremoto che scuote Irpinia, l’Iss elabora un piano per superare le emergenze sanitarie e interviene sul campo con i propri esperti, mentre il 26 aprile 1986, dopo l’incidente nella centrale nucleare di Chernobyl, l’Istituto è chiamato a valutare i dati sulla contaminazione sul territorio italiano. Scomparso improvvisamente Francesco Pocchiari, alla direzione dell’Iss si alternano Francesco Antonio Manzoli, Giuseppe Vicari, Aurelia Sargentini e Giuseppe Benagiano. Gli anni 1990-2000 sono quelli che vedono l’avvio di progetti di ricerca per la lotta all’Aids, coordinati dall’Istituto superiore di sanità, finanziati dal ministero della Salute e teatro di storie di successo nella partecipazione a sperimentazioni cliniche sui nuovi farmaci antiretrovirali. Ma sono anche anni di lotta ai tumori, di ricerca sulle cellule staminali e di contrasto alle malattie infettive.

DAL 2000 AL 2010 LA LOTTA ALLA SARS

Nel periodo che va dal 2000 al 2010 l’Iss è impegnato a contrastare la Sars, l’influenza aviaria e la malattia di Creutzfeldt-Jacob, la cosiddetta ‘mucca pazza’. L’Iss rafforza inoltre l’ambito delle reti epidemiologiche, che consentono di monitorare i diversi aspetti della sanità, dallo studio di virus e batteri, alle malattie infettive emergenti e riemergenti, ai fattori di rischio ambientali per la tutela di cittadini e lavoratori. Intanto nel 2001 diventa ente di diritto pubblico e la nuova organizzazione prevede la presenza di un presidente e di un direttore generale: per oltre dieci anni il presidente dell’Iss è Enrico Garaci. Con il passare degli anni l’Iss dà vita alle carte del rischio cardiovascolare e polmonare, che mettono al centro i fattori rischio individuali e gli stili di vita. Vengono inoltre sviluppati i servizi di telefono verde nella lotta contro il fumo, la droga e l’alcol, aprendo un dialogo diretto con i cittadini, e si rafforza il contrasto alle malattie rare.

LA PANDEMIA

Nel 2020 l’Iss è in prima linea contro la pandemia da Covid-19, monitorando costantemente l’infezione da Sars-CoV-2 ed elaborando uno specifico sistema di sorveglianza, in collaborazione con le regioni, oltre a protocolli di contenimento dell’epidemia nei diversi ambiti sociali e sanitari. Siamo al 2022: nasce ‘Sea Care, progetto in collaborazione con la Marina Militare, che testimonia l’attenzione dell’Istituto superiore di sanità per la salvaguardia della salute in un’ottica ‘One Health’. Dal 2024 l’Istituto superiore di sanità si avvia a una nuova fase, che prevede una riorganizzazione dell’Ente presieduto dal presidente Rocco Bellantone.

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