L’opinione di Devis Dori.
“Le comunità energetiche possono essere la vera rivoluzione in ambito energetico, non solo per l’Italia ma per tutta l’Unione europea. Oggi sono ancora poche nel nostro Paese, meno di cento, quando l’obiettivo è quello di raggiungerne 15mila entro giugno 2026. Il PNRR può far molto, prevedendo oltre 2 mld di euro per la costituzione delle comunità. Purtroppo l’iter è bloccato dalla burocrazia, dalla lentezza della politica, colpevole forse di non credere in questo valido strumento fino in fondo. Il futuro, invece, è proprio nella autoproduzione per attuare quella democrazia energetica tanto auspicata. Bisogna predisporre percorsi efficaci ed efficienti idonei a utilizzare queste risorse. Il secondo step è di natura culturale, perché l’uscita dal fossile è sempre stata procrastinata e ora dobbiamo accelerarla in modo convinto. Serve, poi, una sensibilizzazione su questa tematica perché ancora tanti cittadini non conoscono le comunità energetiche. E’ necessario individuare le opportune competenze da acquisire per trasformare questo processo anche in nuove opportunità di lavoro sul territorio”.