Vino, all’Accademia dei Georgofili celebrato il centenario dell’Oiv

Consegnati da Moio riconoscimenti a Di Lorenzo, Vincenzini e Boscaini
Milano, 23 apr. (askanews) – “Aumento incontrollato della produzione e del commercio di bevande adulterate che venivano chiamate vino, mancanza di una definizione comune di vino che consentisse un contrasto unificato delle frodi, colpevolizzazione del vino durante il decennio del proibizionismo e mancanza di un organismo internazionale di confronto e di studio delle varie problematiche tecnico-scientifiche della filiera vitivinicola”. Sono questi gli argomenti che cento anni fa spinsero Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia a far nascere l’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv). Lo ha ricordato il presidente dell’Oiv, Luigi Moio, all’incontro che l’Accademia italiana della vite e del vino (Aivv) ha promosso il 23 aprile in sinergia con l’Accademia dei Georgofili a Firenze nel centenario dell’Organizzazione.
Alla base della nascita dell’Oiv nel 1924, ha rimarcato Moio, c’era la voglia di “stimolare gli studi scientifici finalizzati a far conoscere ed apprezzare il valore positivo di un consumo moderato del vino” oltre a “esaminare le normative adottate nei vari Paesi, allo scopo di predisporre una definizione comune di vino, tutt’oggi valida, ed incoraggiare lo sviluppo e l’adozione di procedure analitiche rivolte a garantire la purezza, la genuinitĂ  e l’integritĂ  del vino”. E infine “istituire un Ufficio internazionale del vino per concepire raccomandazioni su basi scientifiche agli Stati membri allo scopo di facilitare un’armonizzazione delle loro politiche vitivinicole per agevolare gli scambi internazionali”.
Durante la mattinata Moio ha consegnato il bicchiere, la bottiglia e la spilla celebrativa del centenario di Oiv al presidente dell’Aivv, Rosario Di Lorenzo, al presidente dell’Accademia dei Georgofili, Massimo Vincenzini e al presidente di Masi, Sandro Boscaini, in qualitĂ  di accademico di Aivv e sostenitore di Oiv per il programma di borse di studio per la formazione dei giovani professionisti del settore.
Hanno preso poi la parola alcuni tra i maggiori esperti del settore, tra cui Mario Fregoni, presidente onorario Oiv, che ha ricordato come “all’inizio del 1900 esistessero 10 milioni di ettari di vite, diffusi soprattutto in Europa: Spagna, Italia e Francia erano i tre grandi Paesi viticol”. Ma in quegli anni, oltre ai gravi problemi causati della Prima guerra mondiale, la viticoltura dovette fare i conti con “l’arrivo della fillossera dall’America settentrionale, che distrusse quasi tre milioni di ettari dei vigneti europei, e, nella seconda metĂ  del 1800, giunsero in Europa dall’America altri due flagelli fungini: l’oidio e la peronospora”.
“PiĂą di vent’anni fa, l’Oiv avviò un percorso di riflessione che ha portato all’elaborazione di diverse risoluzioni, a partire dalla definizione di sostenibilitĂ  fino all’analisi degli aspetti ambientali, sociali, economici e culturali associati ai principi generali della sostenibilitĂ ” ha evidenziato il capo dell’UnitĂ  viticoltura, Enrico Battiston, ricordando che “Oiv ha portato avanti un percorso normativo e di armonizzazione realizzato anche grazie alla creazione di un gruppo di esperti dedicato, il gruppo Clima poi divenuto Enviro ed infine Sustain”. E questo gruppo ha in discussione “tre bozze di risoluzione riguardanti la definizione della viticoltura di montagna e in forte pendenza, la definizione dei principi dell’agroecologia e la piĂą complessa definizione di resilienza per il settore vitivinicolo”. “La Commissione viticoltura – ha precisato Vittorino Novello, vicepresidente della Commissione Viticoltura Oiv – ha approvato 171 risoluzioni, di cui 57 sulle tecniche viticole, 42 su argomenti ambientali, 32 su prodotti non fermentati e 40 sulle varietĂ  di vite”.
“Dal 1928 al 2023 – ha infine spiegato il segretario scientifico Oiv, Antonio Seccia – la Commissione Economia e Diritto ha adottato 263 risoluzioni, riferite in particolare a tematiche quali l’etichettatura dei vini e delle bevande a base di vino, la protezione del consumatore, il consumo responsabile, la tracciabilitĂ  dei prodotti, gli aspetti normativi della dealcolazione, la definizione delle bevande spiritose di origine vitivinicola, l’armonizzazione dei programmi di formazione nel settore vitivinicolo”.

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