Obiettivo avere informazioni cruciali sull’evoluzione del clima globale
Roma, 17 apr. (askanews) â Un team italo pakistano studierĂ per la prima volta neve e ghiaccio del Karakorum per comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen, ai piedi del K2: questa una delle ambiziose iniziative che fanno parte del progetto K2-70 di Club Alpino Italiano dedicato alla celebrazione del 70° anniversario della prima salita del 1954. Ice Memory è un progetto di ricerca internazionale riconosciuto dall’UNESCO con un duplice obiettivo: raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale. L’Italia è tra i capofila del progetto, sotto la guida del dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISP-CNR) e l’UniversitĂ Ca’ Foscari Venezia, assieme alla Fondation UniversitĂŠ Grenoble Alpes (FR).
Per la prima volta delle alpiniste italiane e pakistane â Federica Mingolla, Silvia Loreggian, Anna Torretta, Cristina Piolini, Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar, Samana Rahim assieme alla dott.ssa Lorenza Pratali, alpinista e ricercatrice dell’Istituto di Fisiologia del Cnr esperta in medicina di montagna â partiranno insieme per una spedizione destinata a lasciare un’impronta importante nella storia dell’alpinismo italiano, non solo per l’impresa sportiva ma soprattutto per l’esperienza umana, il valore e il lascito che rappresentano il cuore di questo progetto. E in occasione di questo giubileo di platino il progetto del Cai desidera lasciare un’ereditĂ importante perchĂŠ celebrare la conquista del K2 significa anche ricordarne il valore scientifico: nel 1954 Ardito Desio guidò, oltre agli alpinisti, un gruppo di ricerca sulla geografia, geologia e topografia dell’area. Oggi, a 70 anni di distanza e in occasione della Giornata Mondiale della Terra â la piĂš grande manifestazione ambientale del pianeta, in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia â la spedizione K2-70 ribadisce l’importanza dell’esplorazione scientifica e supporta un team composto da scienziati italiani e pakistani che lavoreranno sul ghiacciaio Godwin-Austen. L’intento è studiare per la prima volta la neve e il ghiaccio di quella regione cosĂŹ cruciale per gli equilibri del subcontinente indiano.
La missione, che partirĂ dall’Italia a metĂ giugno e durerĂ circa 40 giorni, con 10 giorni di attivitĂ di ricerca in campo, è organizzata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dall’UniversitĂ Ca’ Foscari Venezia, entrambi enti co-fondatori della Ice Memory Foundation, assieme a EvK2CNR, con il supporto della Environmental Protection Agency del Gilgit-Baltistan, Fondazione UniversitĂ Ca’ Foscari Venezia, con il contributo del CAI e del Ministero dell’UniversitĂ e della Ricerca.
L’obiettivo principale della spedizione scientifica è quello di valutare la fattibilitĂ di una perforazione profonda nel Karakorum pakistano. In quest’area solo il ghiacciaio di Guliya, ubicato nel Tibet settentrionale, è stato perforato in passato. Il team estrarrĂ alcune carote di ghiaccio superficiali arrivando fino a 12-15 metri di profonditĂ nella porzione piĂš elevata del ghiaccio Godwin-Austen, ad una quota compresa tra i 5500 e 6000 metri. Inoltre, sarĂ misurata la temperatura nel ghiacciaio, saranno raccolti campioni di neve per verificare la presenza di contaminanti e saranno svolte delle indagini geofisiche per comprendere la conformazione del terreno e del ghiacciaio. Grazie al progetto internazionale Ice Memory, questo eccezionale campione di ghiaccio contenente informazioni sul clima e sull’ambiente himalayano del passato potrebbe essere conservato in Antartide in una ‘biblioteca’ dei ghiacci pensata per le future generazioni di scienziati, che non avranno piĂš a disposizione i ghiacciai cosĂŹ come li vediamo oggi, a causa del cambiamento climatico.
“Quest’anno festeggiamo il 70esimo anniversario della spedizione sul K2 affiancando, come avvenne nel 1954, la ricerca scientifica alla salita delle otto alpiniste”, afferma Antonio Montani, Presidente Generale del Club Alpino Italiano, organizzatore del progetto K2-70. “La riduzione dei ghiacciai è una tematica sempre piĂš stringente e il Cai è in prima fila, accanto alla scienza, per accrescere la consapevolezza sulla gravitĂ della crisi climatica e per sensibilizzare le istituzioni sulla necessitĂ di porre l’attenzione all’ambiente e la sostenibilitĂ al centro delle proprie politiche”.
“La situazione dei ghiacciai del Karakorum è certamente molto differente da quella apparsa agli occhi di Ardito Desio e dei suoi ragazzi, in quel lontano 1954. Ed è per questo che, oggi forse piĂš di allora, è fondamentale proseguire lo studio di questi straordinari ambienti, vere e proprie sentinelle degli attuali cambiamenti globali” continua Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, professore all’UniversitĂ Ca’ Foscari Venezia e vicepresidente della Ice Memory Foundation.
Il progetto della spedizione è organizzato da Cai con EvK2CNR, associazione che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota, che organizza anche la missione: “Ardito Desio trentacinque anni fa fondò EvK2Cnr, che da allora si è impegnata per realizzare le sue idee scientifiche in Karakorum e Himalaya con benefici anche per lo sviluppo sostenibile delle popolazioni locali. Insieme all’Agenzia delle Nazioni Unite UNDP, grazie al supporto dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, nei prossimi mesi EvK2Cnr pubblicherĂ l’inventario degli oltre 13200 ghiacciai del Pakistan, la piĂš importante risorsa d’acqua dolce del continente asiatico. Questo è il presente. L’incontro con Ice Memory è una formidabile opportunitĂ per comprendere il clima del passato e per guardare al futuro di queste regioni” dichiara Agostino Da Polenza, presidente di EvK2Cnr e capo spedizione: il 15 giugno partirĂ con le atlete per il Pakistan per la grande scalata, con arrivo al campo base il 29 giugno dove cominceranno le attivitĂ alpinistiche e l’acclimatamento, per poi tentare la vetta nella seconda metĂ di luglio.
Il gruppo sarĂ guidato da Jacopo Gabrieli, ricercatore del Cnr, e dalla guida alpina Paolo Conz, assieme a due tecnici della Gilgit-Baltistan-Environmental Protection Agency, che da anni collaborano sul ghiacciaio del Pakistan con il supporto di EvK2Cnr, e Maurizio Gallo, ingegnere e guida alpina di EvK2Cnr. OpererĂ per una decina di giorni a monte del campo base avanzato del K2, in un campo remoto allestito appositamente per gli scienziati a una quota di circa 5.600 metri. La ricerca si svolgerĂ in un’area di circa 20 chilometri tra i 5.500 e i 6.000 metri di quota.