Risparmiometro faccia a faccia

Risparmiometro con contraddittorio preventivo. E analisi della qualità del dato estrapolato, prima di inviare la comunicazione al contribuente selezionato per il controllo tramite algoritmo. Sono queste alcune delle garanzie messe a punto dall’Agenzia delle entrate, e comunicate al garante privacy, che già da luglio ha dato le prime autorizzazioni per rendere funzionale l’algoritmo che metterà a confronto la dichiarazione dei redditi con i dati finanziari patrimoniali dei contribuenti. I controlli selettivi saranno avviati in via sperimentale nel 2018 per le persone fisiche, per l’anno di imposta 20132014, poi, nel 2019, toccherà alle persone giuridiche. Il monitoraggio della sperimentazione sarà affidato al garante della privacy Antonello Soro che ha dato il via libera all’algoritmo dopo aver ricevuto garanzie su quattro aspetti. In particolare, l’Agenzia ha messo a punto apposite misure di sicurezza, per evitare i rischi di accessi non autorizzati ai dati, soprattutto per quanto riguarda quello che è contenuto nell’archivio rapporti. L’Agenzia dovrà poi procedere a un controllo della qualità del dato utilizzato e delle conseguenti elaborazioni logiche effettuate e garantire che il trattamento del dato non dia esiti di errate rappresentazioni della capacità contributiva. Sarà poi affidato alle direzioni provinciali il compito di valutare la coerenza complessiva della posizione di ciascun contribuente selezionato. E per questa funzione l’Agenzia farà formazione ad hoc nelle direzioni provinciali. L’Agenzia ha anche garantito che sarà fornita «idonea informativa al contribuente convocato in contraddittorio con particolare riferimento alla natura obbligatoria o facoltativa del conferimento dei dati in tale sede e alle conseguenze di un’eventuale mancata presentazione o rifiuto a rispondere». Il Risparmiometro è dunque lo strumento che nelle intenzioni dell’amministrazione finanziaria perfezionerà i controlli con la predisposizione di liste selettive di contribuenti. I contribuenti saranno selezionati dopo che l’algoritmo avrà incrociato i dati presenti nell’archivio rapporti con i dati della dichiarazione dei redditi. Più nello specifico l’Agenzia intende verificare in concreto, in relazione a un ristretto campione di contribuenti, l’efficacia di un nuovo modello di analisi dei dati finalizzato a individuare incongruenze tra le somme a disposizione del contribuente, rilevate dalle informazioni contenute nell’archivio dei rapporti finanziari, e i redditi e le spese desumibili dalle informazioni contenute nell’anagrafe tributaria. Dopo i due anni di test l’Agenzia provvederà ad accertare l’idoneità dell’indicatore di rischio, anche in relazione a ulteriori e più ampi utilizzi del nuovo modello di analisi. Una volta conclusa a livello centrale, la sperimentazione passerà a livello periferico quando le liste selettive così predisposte saranno affidate alle direzioni provinciali che procederanno, come detto, al contraddittorio preventivo per discutere sulle anomalie riscontrate. L’algoritmo effettuerà una vera e propria costruzione del profilo patrimoniale del contribuente mettendo assieme reddito e risparmio finanziario, utilizzando dunque i dati registrati in archivio dei rapporti in maniera dinamica e incrociata.

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