Resto al Sud sosterrà i tecnici

“L’estensione ai professionisti dell’agevolazione Resto al Sud serve a favorire l’avviamento delle attività professionali tecniche; quelle che più mancano nel Mezzogiorno. Penso agli agronomi, ai biologi, ai chimici»: la modifica all’incentivo, introdotta con la legge di bilancio per il 2019, soddisfa l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri che, sempre sul versante dei professionisti avverte: «Con soddisfazione abbiamo cancellato le consulenze dalle spese ammissibili ad agevolazione. Perché? Così siamo più sicuri che i progetti d’investimento proposti li abbiano preparati coloro che li propongono, garantendo di avere la competenza minima necessaria per realizzarli». Arcuri è stato raggiunto da Italia Oggi per tracciare un bilancio dell’incentivo Resto al Sud, ad un anno dalla sua istituzione.

Domanda. Resto al Sud spegne una candelina. Come è andata?

R. Resto al Sud ha iniziato il suo percorso il 15 gennaio 2018, ma ai cittadini venivano concessi 60 giorni per presentare le loro proposte di investimento. Nei fatti, l’incentivo è attivo da 10 mesi e i risultati, senza enfasi, sono straordinari: 16.218 proposte d’impresa presentate, o che stanno per essere concluse; di queste già 2.177 attività sono state avviate e le rispettive proposte di agevolazione sono state approvate. In dieci mesi, 2.177, che si prevede producano 20.605 nuovi posti di lavoro. Il contributo medio per la comunità per ogni nuovo posto di lavoro generato è pari a 8.194 euro; questo perché gli investimenti attesi da queste imprese sono pari a 145 min di euro; investimenti per cui, Invitalia, anche attraverso il sistema creditizio, eroga agevolazioni per 68 min.

D. La popolazione?

R. Le proposte approvate sono state presentate per il 42% da donne e per il 19% da laureati o più che laureati. Il 60% delle domande è stato presentato da cittadini, che hanno meno di 30 anni; il 40% da persone tra 30 a 35 anni.

D. I settori maggiormente agevolati?

R. Il 51% delle iniziative approvate è di natura turistica o culturale; il 17% delle istanze ha a che fare con i servizi alle persone. In sintesi, la risposta a Resto al Sud è stata, oggettivamente, j straordinaria.

D. Diversi osservatori sostengono che l’agevolazione abbia un meccanismo stringente, che vincola eccessivamente i beneficiari al territorio, riducendo l’appeal dell’incentivo.

R. Invitalia tutta ha una percentuale di approvazione dei progetti presentati pari al 32%. In pratica, approviamo un progetto su tre. Nel caso di Resto al Sud questa percentuale sale al 40%. Questo ci da due indicazioni: – primo: in un paese normale un soggetto che gestisce denari pubblici, che approva un investimento su tre di quelli presentati, secondo i benchmark internazionali è un soggetto che funziona bene; – secondo: nel caso di-Resto al Sud questa percentale cresce dal 32 al 40%. Questo vuoi dire che l’incentivo non è più difficile, ma che è più semplice degli altri strumenti.

D. Le ricadute, dunque, la soddisfano

R. Il nostro lavoro va giudicato alcuni anni dopo il finanziamento dell’investimento, quando è possibile verificare se le aspettative di occupazione e ricchezza dell’investimento finanziato sono state mantenute. La selezione serrata delle proposte garantisce che queste aspettative abbiano più probabilità di essere mantenute. E ci permette di coltivare una scarsa propensione a sperperare denaro pubblico. Cosa che un tempo, specie al Sud, accadeva.

D. Certo, ma l’impossibilità di spostarsi di residenza per tutta la durata del finanziamento o di accettare altre offerte di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento, a pena di decadenza dello stesso, non scoraggiano chi ha idee vincenti, ma non vuole legarsi troppo ad esse?

R. C’è una connessione assoluta nelle microimprese, tra chi propone l’iniziativa da finanziare e chi la realizza. Se diamo soldi a un giovane per fare una piccola impresa e, ad un certo punto, questo giovane si mette a fare altro, c’è il serio rischio che quei soldi pubblici finiscano per essere sperperati.

D. La legge di bilancio ha potenziato Resto al Sud, elevando l’accesso all’incentivo ai quarantacinquenni.

R. È un ampliamento della platea potenziale dei beneficiari che mi convince, anche considerando l’asimmetria tra domanda e offerta di lavoro al Sud. Che riguarda soprattutto i giovani, ma non solo…

D. L’agevolazione è stata estesa anche i professionisti. Perché?

R. Esistono numerose attività professionali, con forte valore tecnico, che potrebbero beneficiarne; penso agli agronomi, ai biologi, ai chimici, che potrebbero aver bisogno di un incentivo alla startup delle loro attività professionali. Soprattutto al Sud, dove certe professioni mancano. Abbiamo aspettative positive per numerose professioni, a forte componente tecnica.

D. Oltre ai meri requisiti di legge, i criteri di selezione dei progetti candidati all’incentivo, relativamente alla singola valutazione dei business pian, sono poco conosciuti. Ce li spiega?

R. In sintesi, le cose più importanti sono: – primo: la sostenibilità della proposta, che ha a che fare con alcune componenti fondamentali. Ad esempio: chi sono i proponenti e se pensiamo o no che questo gruppo di giovani proponenti sia in grado o meno di realizzare il progetto; – secondo: qual è l’idea di business sottostante alla proposta nella sua relazione col mercato e la concorrenza; – terzo: quanto questa proposta è legata al territorio in cui è implementata: valorizza i territori in cui ricade l’investimento, oppure no?

D. Sono criteri affidati alla competenza soggettiva dei singoli valutatori.

R. Guardi, glielo dico chiaramente: per noi è motivo di soddisfazione definitiva aver escluso dalle spese ammissibili ad agevolazione le spese di consulenza; questo ci garantisce che i progetti candidati a Resto al Sud li abbiano davvero preparati coloro che li hanno proposti. Cioè, ci garantisce che il primo dei criteri di sostenibilità enunciati sia rispettato per definizione. A questo fine, abbiamo strutturato una rete di 144 enti accreditati, che aiutano a titolo gratuito i giovani a presentare le proposte. E abbiamo avuto 30.460 contatti tra il nostro Crm (customer relationship management, ndr) e i proponenti, con la stessa finalità.

D. I contratti di sviluppo e le agevolazioni per le aree di crisi industriale sono di vostra competenza. A che punto siamo?

R. Vanno molto bene: in legge di bilancio abbiamo ricevuto un rifinanziamento per le aree di crisi, di cui avevamo bisogno. Mentre la dotazione che abbiamo per i contratti di sviluppo per ora è sufficiente.

D. Fondi disponibili?

R. Sono stati approvati 136 contratti di sviluppo per un valore complessivo degli investimenti di oltre 5 mid di euro.

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