Il “saldo e stralcio” vale centinaia di milioni per le casse di previdenza. Un problema non di poco conto per gli enti interessati. Che ricordiamo, sono quelli che hanno affidato il recupero dei contributi ad Equitalia. Cassa forense quantifica in circa 100 milioni l’impatto sull’ente se, come si legge nella norma (legge 145/2018, articolo 1, comma185) saranno condonabili solo i contributi non accertati; altrimenti si potrebbe arrivare fino a 25o milioni. Per Cassa commercialisti, il valore dovrebbe essere di alcune decine di milioni, mentre l’Enpam (medici) per le annualitĂ fino al 2013 anno in cui si è staccata da Equitalia e per la sola quota A perderĂ circa 50 milioni (che si aggiungono ai 5 milioni giĂ persi con la rottamazione automatica sotto i mille euro). A questo tema è dedicato l’incontro di oggi pomeriggio dell’Adepp, l’Associazione che rappresenta gli enti di previdenza dei professionisti. Il provvedimento, introdotto dalla legge di Bilancio, consente a chi ha un Isee entro i 20mila euro di “chiudere” il debito, anche contributivo, versando solo una parte del dovuto, che per i meno abbienti è del 16% . ÂŤLa linea che sembra prevalere tra i presidenti di categoria anticipa Alberto Oliveti, presidente Adepp è quella di prevedere pensioni piĂš basse per chi versa di menoÂť. Esiste infatti il problema di come sarĂ trattata al momento del pensionamento questa annualitĂ pagata solo in minima parte. In base al regolamento della Cassa dei commercialisti, l’anno contributivo viene riconosciuto solo se pagato interamente. Un eventuale riscatto all’anno del pensionamento, ricordano a Cassa forense, sarebbe fatto inbase alla riserva matematica e dunque molto piĂš costoso (da due a cinque volte i contributi annuali). In merito la legge rimanda ai singoli regolamenti ed ognuno prevede regole diverse. ÂŤSi innescherĂ un forte contenzioso prevede il presidente di Cassa forense Nunzio Luciano perchĂŠ chi farĂ ricorso al saldo e stralcio chiederĂ il riconoscimento dell’anno contributivoÂť. Un rischio da evitare per questo ente che conta circa la metĂ degli iscritti, e quindi 20mila avvocati, con un Isee sotto i 20mila euro e, tra questi, quasi il 20% , in ritardo con i versamenti. Non è un caso che l’assemblea dei delegati, che si è insediata venerdĂŹ, ha approvato una mozione in cui si dicono pronti ad arrivare fino alla Corte costituzionale contro il “saldo e stralcio”, dati i ÂŤprofili di palese incostituzionalitĂ che la norma presentaÂť. La legge consente alle casse di fare condoni, ricorda il presidente Luciano, ÂŤma sempre sotto il vaglio dei ministeri vigilanti di Lavoro ed Economia che, prima di dare il loro nullaosta, richiedono di quantificare l’impatto economico finanziario conseguente. In questo caso nessuno si è preso la briga di valutare l’impatto sull’equilibrio degli entiÂť. Walter Anedda, presidente della Cassa dottori commercialisti, evidenzia la difficoltĂ di quantificare il valore del “saldo e stralcio” per il suo ente: ÂŤPotrebbe essere di qualche decina di milioni o anche molto di piĂš: dipende dall’interpretazione che verrĂ data alla legge. L’impatto sarĂ minore se si escludono i contributi giĂ accertati, ma a questo proposito mi chiedo cosa farĂ l’agenzia delle Entrate quando riceverĂ la richiesta. ContatterĂ la cassa per sapere se si è giĂ in fase di accertamento?Âť. Oliveti parla di un ennesimo attentato all’autonomia delle casse, autonomia ribadita dalla sentenza 7/2017 della Consulta (in quel caso si parlava di spending review) e che introduce un trattamento differenziato tra gli iscritti che pagano regolarmente e quelli che non fanno. Il presidente Oliveti sottolinea che questa norma andrĂ a danneggiare proprio coloro che intende tutelare. La soluzione che auspicano le casse è che venga prevista per loro la possibilitĂ di aderire volontariamente a questo condono, scardinando l’obbligatorietĂ oggi presente.
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