“Quota 100 scadrà”. Franco: per il dopo soluzione equilibrata

Quota 100 scadrà. Il prepensionamento con 62 anni di età e 38 di contributi introdotto dal primo governo Conte, quello sostenuto dalla maggioranza giallo-verde del Movimento Cinque Stelle e della Lega, va fermato dice l’Ocse nell’Italy survey, il rapporto sulle previsioni di crescita del Paese presentato ieri. E il ministro dell’Economia Daniele Franco conferma. «Avremo», dice , «un forte cambiamento nei requisiti di pensionamento, e Quota 100 scadrà». Non solo. Anche un’altra misura di prepensionamento in vigore da anni in Italia, è finita nel mirino; Opzione Donna. Si tratta della possibilità data alle donne di uscire dal lavoro con 58 anni di età accettando però, un ricalcolo totalmente contributivo della pensione. Un meccanismo penalizzante, che porta in genere ad “accontentarsi” di un assegno più leggero anche del 20-30 pere cento. Proprio questo, secondo l’Ocse, è il punto. Misure del genere, spiega l’Organizzazione, aumenta il rischio di povertà dei pensionati. Una posizione che, tuttavia, rende più complicata anche la strada per il superamento di Quota 100.

Il percorso.
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha confermato che il governo sta lavorando ad un atterraggio morbido per evitare lo «scalone» di sette anni tra il 2021 e il 2022.«Alcuni settori economici affrontano difficoltà, sono aspetti da tenere in considerazione», ha detto prudentemente, ma, ha aggiunto, «sono fiducioso che il governo troverà una soluzione fra queste diverse esigenze nella Legge di bilancio. Non posso indicare», ha detto ancora il ministro, «la soluzione che abbiamo in mente, deve essere discussa nel governo, ma sono fiducioso che troveremo il giusto equilibrio». Eppure la sortita dell’Ocse rischia di togliere dal tavolo quelle che, fino a ieri, sembravano le soluzioni più a portata di mano per superare Quota 100. Ossia permetter un pensionamento anticipato con un ricalcolo contributivo della pensione. Insomma, una sorta di Opzione donna estesa a tutti. Una soluzione studiata, anche se con degli accorgimenti, anche dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Come me si muoverà il governo a questo punto? Franco ha fatto riferimento alle aziende in crisi, Sul tavolo, secondo quanto ricostruito dal Messaggero, ci sarebbe anche una proposta alla quale stanno lavorando i tecnici della Lega per la costituzione di una sorta di fondo nazionale per permettere l’uscita anticipata a 62 anni ai lavoratori delle aziende in crisi e a quelle coinvolte nella transizione ecologica e digitale, che potrebbero svecchiare il personale in cambio di assunzioni. Un’ipotesi per ora. Il governo lavora anche al rafforzamento dell’Ape sociale e all’eliminazione delle soglie per i contratti di espansione. Tutte misure che non cambiano «strutturalmente» la riforma Fornero come chiesto sia dall’Ocse che dall’Europa.

I numeri.
L’Organizzazione parigina ieri, inoltre, ha rivisto le stime di crescita del Paese portandole al 5,9 per cento e il Pii tornerà a livello del 2019 nella prima metà del prossimo anno. Ma non il debito, che si manterrà su livelli più elevati. Franco ha voluto puntualizzare che il debito è sosten¡bile: nel 2021 sarà «più basso» del 159,8% indicato nel Programma di stabilità italiano, a fine decennio tornerebbe ai livelli pre-pandemia». L’Ocse poi ha lodato la riforma della giustizia, e ha auspicato più concorrenza – evocando la nota politicamente dolente delle licenze e delle concessioni da liberalizzare, e ha invocato una pubblica amministrazione svecchiata, digitale, veloce, al passo coi tempi. E non ha lesina to suggerimenti su altri temi politicamente “caldi” oltre a quota 100.
Come ¡l reddito di cittadinanza, che ha attutito la povertà indotta dalla pandemia, ma con uno «scarso» numero di percettori che ha trovato impiego a causa delle politiche attive carenti. E il Fisco, dove l’Ocse ha suggerito una priorità su tutte: bene la riduzione temporanea del cuneo fiscale decisa dal governo per le donne e i giovani. Ma nella riforma fiscale attesa ¡n questa seconda metà d’anno – suggerisce Boone – il Governo «forse dovrebbe considerare una riduzione permanente per tutti i lavoratori, in particolare le donne».

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