Meno burocrazia e digitalizzazione per spingere il piano

L’impatto del Pnrr sull’economia italiana è vincolato da una serie di varianti di assoluto rilievo legate principalmente alla capacità progettuale dei comuni, ai mille ostacoli burocratici, a una digitalizzazione ancora primordiale e a rapporti mai veramente collaborativi tra le diverse istituzioni locali e nazionali. Tutti elementi che devono essere superati dando immediata attuazione al pacchetto di riforme legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza che continuano ad essere oggetto di mediazione tra le diverse forze politiche dell’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi. In questo quadro un supporto fondamentale è quello offerto dai professionisti che, in quanto destinatari dei provvedimenti normativi e responsabili della loro applicazione in concreto, sono in grado di offrire suggerimenti dal loro osservatorio privilegiato. Sulla possibilità di ottimizzare le risorse offerte dal Pnrr si è espresso Mario Chiappuella (Odcec di Massa Carrara): «Il Pnrr e il Next generation Eu hanno assunto un ruolo centrale per il rilancio del paese. Tuttavia riteniamo fondati gli allarmi per l’individuazione, la progettazione e la realizzazione di progetti cantierabili che scongiurino la sciagura del mancato utilizzo di questi fondi. La scelta fatta dal governo di mettere in piedi un sostegno pieno agli enti locali con massicci aiuti esterni anche da parte dei professionisti è motivo di forti aspettative ben sapendo che parliamo di fondi a debito che dovranno essere restituiti. Bisogna proseguire sulla strada del ‘debito buono’ indicata dal premier Mario Draghi. Accanto a questo è necessario dare il via alle riforme necessarie a snellire la burocrazia, improntate alla valorizzazione dei territori e al sostegno all’imprenditorialità. Le Regioni avranno un ruolo importante su questo aspetto ma si ha il dubbio se possano farlo in modo efficiente». La necessità di un Piano complessivo che tenga presenti le diverse esigenze dei territori ha posto l’accento Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr); «Modernizzare le istituzioni è elemento fondamentale per dare il giusto impulso al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Pnrr è uno strumento fantastico per innescare qualcosa di grande per il futuro. Una delle argomentazioni principali è la necessità di dare infrastrutture corrette all’Italia che sono diverse a seconda dei territori. Un piano generale che tenga presente queste esigenze non può non prevedere ad esempio per la Sicilia la realizzazione di un sistema idrico e di acquedotti adeguato alle crescenti necessità della popolazione, per la Calabria strade e ferrovie che colleghi l’intera area Ionica con il resto del Paese, per la Lombardia lo snellimento della tratta tra Milano e Brescia oramai ingolfata in maniera irrimediabile, e così via. Questa è una vera strategia globale. Anche per l’agricoltura, che sembra un settore negletto e preistorico, bisogna ricordare che vale 208 miliardi di euro. E l’Italia non può prescindere dallo sviluppo agricolo e dell’agroindustria».

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