Processo Cucchi, Cassazione condanna a 12 anni due carabinieri. Per altri due si torna in Appello

ROMA – I giudici della Quinta Sezione della Corte di Cassazione hanno condannato a 12 anni per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati del pestaggio di Stefano Cucchi. La pena prevista in Appello è stata ridotta di un anno. Rinvio in Appello per la rideterminazione della pena invece per Roberto Mandolini e Francesco Tedesco, accusati di falso.

LEGGI ANCHE: Dodici anni fa moriva Stefano Cucchi. La sorella Ilaria: “Dal suo sacrificio nasca una speranza”

IL PROCESSO DA RIFARE A RISCHIO PRESCRIZIONE

I giudici della Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione hanno rinviato in Appello per la rideterminazione della pena Roberto Mandolini e Francesco Tedesco, accusati di falso, che la Corte d’Assise d’Appello di Roma il 7 maggio del 2021 aveva condannato rispettivamente a 4 anni e a 2 anni e mezzo in merito alla morte di Stefano Cucchi. Sull’accusa di falso per entrambi i carabinieri incombe il rischio di prescrizione, che scatterebbe a maggio.

LA SORELLA ILARIA: “GIUSTIZIA È FATTA, STEFANO UCCISO DI BOTTE”

“A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di loro che ce l’hanno portato via”. Lo ha detto Ilaria Cucchi subito dopo la lettura della sentenza da parte dei giudici della Corte di Cassazione. “Devo ringraziare tante persone, il mio pensiero in questo momento va ai miei genitori che di tutto questo si sono ammalati e non possono essere con noi, va ai miei avvocati Fabio Anselmo e Stefano Maccioni e un grande grazie va anche al dottor Giovanni Musarò che ci ha portato fin qui”, ha concluso la sorella di Stefano.

LA MADRE: “FINALMENTE DOPO TANTI ANNI ARRIVA LA GIUSTIZIA”

“Finalmente è arrivata giustizia, dopo tanti anni, almeno nei confronti di chi ha picchiato Stefano causandone la morte”. Sono le parole di Rita Calore, madre di Stefano Cucchi, subito dopo la lettura della sentenza della Corte di Cassazione, riportate dall’avvocato Stefano Maccioni che l’ha informata dell’esito dell’udienza.

LA MORTE DI CUCCHI

Il geometra Stefano Cucchi si è spento il 22 ottobre 2009, all’etĂ  di 31 anni, nel reparto detenuti dell’ospedale Pertini di Roma. Era stato fermato il 15 ottobre dai Carabinieri dopo essere stato trovato con alcuni grammi di droga al Parco degli Acquedotti e portato alla caserma Casilina. Dove, come ha stabilito la giustizia nei suoi tre gradi, è stato pestato dai carabinieri che lo avevano preso in custodia.

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