De Luca sferza il Pd: “Parlano come in aramaico. Ogni tanto serve una battuta o una bestemmia”

NAPOLI – “Vorrei consigliare ai nostri dirigenti di fare una battuta ogni tanto, una bestemmia, invece pipipi… Quando parliamo del Pd il linguaggio è simile all’aramaico antico”. Lo dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante la presentazione del suo libro ‘La democrazia al bivio’ alla Feltrinelli di piazza dei Martiri a Napoli. Secondo il governatore, “il Pd da due anni regge, regge bene, ma non ha alcuna capacità espansiva, è inchiodato al 20-22%. Non è possibile”.

Per De Luca, “c’è un 30% di elettori che ha cambiato posizione, ma oggi il consenso lo puoi trovare in maniera trasversale a condizione che tu riesca a dare un messaggio chiaro. Se sui temi della giustizia e della sicurezza non dici nulla, non raggiungi il ceto medio – osserva il presidente della Regione – Non parlo di fascisti autoritari, ma di padri di famiglia che vogliono vivere tranquilli. A questa gente non diciamo nulla”. “Io – insiste De Luca – mi deprimo quando sento alcuni esponenti del Pd, sembra che si esprimano come se stessero leggendo il bollettino meteorologico”.

“NON C’È SPAZIO PER PD E M5S, SERVE GRANDE PARTITO”

Secondo il governatore campano, “non c’è spazio per due forze riformiste serie, non ci possono essere sia il M5S che il Pd. Dobbiamo costruire un grande partito democratico sulla base di un processo costituente che avrà i suoi tempi, non un mese o un anno, ma definendo un programma di base di una forza riformista seria. Noi dobbiamo ricostruire oggi quello che è stato negli anni ’70 lo Stato sociale”, sottolinea De Luca.

“VORREI UNA COSTITUENTE COME NEGLI USA”

“Candidarmi per la leadership del partito? I leader ci sono già, facciamoli lavorare e vediamo dove arriviamo – afferma De Luca -. A me piacerebbe dare vita a una costituente per uniformare le forze riformiste. Negli Usa il Partito democratico è un grande partito. Una grande bella sfida sarebbe costruire, con un percorso costituente una grande forza riformista. Il nome è Partito democratico, all’americana, con una componente radicale ma un centro capace di parlare alla componente maggioritaria”.

“Una grande forza riformista deve avere un centro che governa, poi vanno bene anche elementi di radicalità, ma ci deve essere un centro di gravità permanente – puntualizza il governatore campano – Questo vorrei fare, sperando ci sia qualcuno disponibile. Altrimenti, la prospettiva è una disgregazione del M5S. A livello parlamentare hanno la maggiore rappresentanza, ma non conta più niente perché troppo disgregata. Giuseppe Conte sta cercando di fare un recupero identitario, ma così perderà ancora più voti”, conclude De Luca.

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