I generali del Ciad contro la tratta: vietato l’espatrio delle ragazze

(Foto Ligue tchadienne des droits des femmes)

Divieto di espatrio dal Ciad, con ordinanza notificata a compagnie aeree e di trasporti, per ragazze e giovani donne a rischio tratta. Ad annunciare la misura è stato il generale Idriss Dokony Adiker, ministro per la Sicurezza, con una comunicazione ora al centro di servizi e precisazioni dei media di N’Djamena.

Nel provvedimento, ricostruisce il portale Tchad Info, non è specificata l’età fino alla quale vale la proibizione. Secondo Adiker, con la misura si intende contrastare un traffico di esseri umani che coinvolge soprattutto ragazze e giovani spesso in cerca di opportunità di impiego come collaboratrici domestiche nei Paesi petroliferi ad alto reddito del Golfo Persico. In un’intervista con Tchad Info, il ministro ha sottolineato che molte di loro diventano vittime di “una schiavitù del XXI secolo”, nota anche con il termine arabo di “kafala”, private di telefono, passaporto e ogni libertà dai loro nuovi padroni.Adiker ha specificato comunque che il divieto non si applica a tutte le giovani “in generale” e non vale ad esempio per le studentesse che si dirigono all’estero per ragioni universitarie. Citata nell’intervista anche una telefonata che il ministro avrebbe ricevuto in settimana, dopo l’entrata in vigore della misura. “Grazie all’ordinanza sono stato contattato da un signore che non lavora nei servizi di sicurezza ma che mi voleva informare di come nel volo in partenza la mattina c’era una ragazza diretta in Oman via Khartoum” ha detto Adiker. “Alla fine, hanno decisa di fermarla e adesso la stanno interrogando”.

INASPRITE LE PENE PREVISTE PER I TRAFFICANTI

In un documento del dipartimento di Stato americano si ricorda come nel 2018 il governo del Ciad abbia inasprito le pene previste per legge per i trafficanti di esseri umani fino a un massimo di 30 anni di carcere o a multe per cinque milioni di franchi Cfa, circa 9.450 dollari. La nuova ordinanza del governo, costituito dai militari che hanno preso il potere alla morte del presidente Deby Idriss Itno nell’aprile scorso, è stata però anche criticata. Secondo la Ligue tchadienne des droits des femmes, un’organizzazione della società civile, il divieto all’espatrio nega il principio della libertà di spostamento ed è discriminatorio nei confronti delle donne visti i numerosi casi di tratta a danni di uomini.
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