Ucciso il leader di Al-Qaeda Al-Zawahiri, le vittime degli attentati di Nairobi: “Chiuso un cerchio”

ROMA – Il raid con drone condotto dalla Central intelligence agency (Cia) in Afghanistan in cui è rimasto ucciso il leader del gruppo armato Al-Qaeda, Ayman Al-Zawahiri, ha dato alle vittime kenyane dell’attentato all’ambasciata americana di Nairobi del 1998 la sensazione che, dopo oltre vent’anni, si sia “messo un punto” alla vicenda. Si trattò di uno degli attacchi che sarebbero stati concepiti dal capo dei miliziani insieme a quello contro le Torri gemelle di New York dell’11 settembre 2001. Ad affermarlo all’emittente Bbc è stato Douglas Sidialo, cittadino kenyano che ha perso la vista nell’attentato, portavoce dell’associazione delle vittime. L’attivista ha detto al media britannico che è “un bene” che “si stiano eliminando tutti gli autori di quegli atti barbari e infami”.

Se l’operazione della Cia ha quindi fatto sentire un “senso di chiusura” rispetto a quanto avvenuto nell’attentato, causa della morte di almeno 212 persone, resta ancora in sospeso la questione dei risarcimenti ai cittadini non americani rimasti feriti nell’attacco.

Sidialo ha infatti esortato il governo degli Usa a “essere all’altezza dell’occasione e ad agire” in modo che le vittime del Kenya “siano risarcite. Dobbiamo garantire che i diritti umani dei kenyota siano affrontati tanto quanto gli americani”, ha chiosato l’attivista. Mentre le famiglie di alcune delle vittime o delle persone kenyane rimaste ferite nell’attacco ha ricevuto una compensazione economica, seppur molto ridotta rispetto a quella corrisposta ai cittadini americani, fra i mille e i 3mila cittadini kenyani rimasti feriti non hanno ancora ricevuto alcuna forma di risarcimento.

Il tema è stato anche discusso dai candidati alla presidenza del Paese alle prossime elezioni, previste fra una settimana. Avvocati delle vittime hanno avviato una campagna per spingere i deputati americani a creare un fondo per le compensazioni ai cittadini kenyani.

Subito dopo gli attentati l’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) ha inviato al governo kenyano 38 milioni di dollari di aiuti per ricostruire gli edifici danneggiati e anche, in misura minore, per sostenere le famiglie e le persone rimaste colpite dall’attentato. Sidialo ha spiegato che i programmi avviati con questi finanziamenti sono durati solo fino al 2002, per poi interrompersi.Il 7 agosto 1998 le ambasciate americane di Nairobi e Dar Es Salaam sono state colpite da due attentati condotti quasi in simultanea. Le vittime sono state in tutto 224.

CHI ERA AL-ZAWAHIRI

Al-Zawahiri, medico egiziano di 71 anni, leader di Al-Qaeda dalla morte di Osama bin Laden nel 2011, è ritenuta una delle menti di quegli attacchi, così come dell’attentato contro il cacciatorpediniere americano ormeggiato in Yemen ‘Uss Cole’, avvenuto nel 2000. Il leader del gruppo terroristico, colpito da due missili sparati da un drone nella sua abitazione nel quartiere di Sherpur, nella capitale Kabul, è considerato anche uno dei principali fautori dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, in cui persero la vita circa 3mila persone e che divenne il motivo alla base dell’invasione dell’Afghanistan da parte delle forze armate della coalizione Nato a guida americana.

I talebani, che erano al potere in Afghanistan 21 anni fa e che sono tornati al potere nel Paese l’anno scorso, hanno condannato il raid americano, definendolo una “violazione dei principi internazionali” e dell’accordo di Doha, siglato con il governo americano nel febbraio 2020. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, dal canto suo, ha affermato che la presenza di Al-Zawahiri rappresentava una violazione di quella stessa intesa, che impegnava i talebani a mettere fine al sostegno a organizzazioni ritenute terroriste da Washington.
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