Guarita dal tumore partorisce due gemelli grazie a ovociti congelati vItrificati 14 anni fa

BOLOGNA – Ha affrontato il tumore al seno, è guarita e oggi, a 41 anni, Giovanna è mamma di due gemelli grazie a ovociti donati gratuitamente che sono stati congelati vitrificati ben 14 anni fa. La buona notizia arriva dal Sant’Orsola di Bologna e porta con sĂŠ anche un importante valore scientifico: “E’ la prima volta al mondo che si documenta la fertilitĂ  di ovociti crio-conservati e vitrificati cosĂŹ a lungo”, si spiega dalla struttura InfertilitĂ  e procreazione medicalmente assistita del Policlinico diretta da Eleonora Porcu. “È un caso particolare che per noi è sinonimo di progresso, successo e speranza- dice Porcu- Per la prima volta dimostriamo che gli ovociti vitrificati e crio-conservati hanno un elevato potenziale riproduttivo”.

LA RESPONSABILE DELLA STRUTTURA PORCU: SUCCESSO PER LA PROCEDURA CHE USA AZOTO A -196 GRADI

Questo, aggiunge, denota “il successo della procedura che utilizza azoto liquido a una temperatura di -196 gradi: li mantiene intatti e fertili al lungo”. E significa “che le pazienti oncologiche che stanno affrontando cure difficili e spesso molto lunghe, possono contare su una banca di ovociti forti e tenaci e su un protocollo efficace: quindi hanno speranza di rimanere incinta al termine delle cure, a prescindere dall’età”. Per il Policlinico, dunque, quello di Giovanna è un caso “rassicurante e incoraggiante” per le donne che si curano dai tumori e anche per quelle che desiderano fare il percorso di procreazione medicalmente assistita. “L’efficienza prolungata della procedura di vitrificazione, inoltre, offre maggiore flessibilitĂ  a tutti i programmi di donazione degli ovuli: le donne che congelano gli ovuli al Policlinico, infatti, possono scegliere spontaneamente di donare gratuitamente ad altre donne gli ovuli non utilizzati”.

AL SANT’ORSOLA FINORA 4.000 CICLI DI CONGELAMENTO E 500 BAMBINI NATI

L’impegno dell’Irccs sulla procreazione medicalmente assistita è partito nel 1991 e nel 2019 è diventato il centro di riferimento regionale per i pazienti oncologici, e uno dei piĂš importanti a livello nazionale. Negli ultimi anni ha studiato molto sulla vitrificazione come alternativa ai metodi di congelamento lento.Al Sant’Orsola fino a oggi sono stati realizzati 4.000 cicli di congelamento degli ovociti, oltre 3.600 cicli di scongelamento e la nascita di piĂš di 500 bambini. Qui negli ultimi 25 anni una donna su tre è rimasta incinta con il supporto della struttura e mediante la crioconservazione dopo una terapia oncologica. E sempre qui nello stesso periodo di tempo piĂš dell’80% degli ovociti è sopravvissuto al congelamento, ricorda ancora il policlinico. I dati fanno parte di uno studio presentato pochi mesi fa: delle 432 pazienti oncologiche che hanno completato il follow-up, 156 sono andate incontro a insufficienza ovarica prematura. Di queste, 44 una volta guarite hanno cercato una gravidanza attraverso l’utilizzo degli ovociti precedentemente crio-conservati: su un totale di 194 ovociti scongelati, 157 sono sopravvissuti (l’80%) permettendo di ottenere 18 gravidanze, 15 delle quali portate a termine con successo (oltre un terzo dei tentativi). Il confronto con il gruppo di pazienti non oncologiche non ha mostrato significative differenze in termini di etĂ , riserva ovarica, numero di follicoli sviluppati, livelli di estradiolo e numero di ovociti recuperati e criopreservati, conclude il policlinico.

LEGGI ANCHE: Fecondazione assistita, da Cnr metodo per identificare ovociti piĂš sani

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