Il momento della transizione

Il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Arezzo, Roberto Tiezzi, ha intervistato il deputato del Partito Democratico Luciano D’Alfonso, componente della commissione Finanze a Montecitorio, in merito alle priorità di una riforma della PA.

Onorevole, questa è l’epoca della transizione: digitale, ecologica, sociale. In che modo la riforma della pubblica amministrazione, tanto attesa, riuscirà a recepire le istanze di famiglie, imprese e territori?

Occorre porsi una grande domanda: a che serve la pubblica amministrazione? Un tempo, la visione della PA ne esaltava la strumentalità, la funzionalità al servizio di persone, imprese e territori. Attraverso un processo riformatore che veda protagonisti il Parlamento, il Governo, il mondo accademico, gli intellettuali, il mondo dell’informazione, dovremmo ritrovare la via per fare in modo che la pubblica amministrazione non sia un leviatano assistente, una grande stalattite che si autoalimenta, ma torni a svolgere una funzione utile ai progetti di vita, di persone, imprese e territori. Puntando sulla competenza, tecnologia, organizzazione, formazione, contratti adeguati che consentano la giusta remunerazione in maniera tale che ogni funzionario possa assumersi responsabilità precise senza temere niente.

Quale può essere il coinvolgimento della societĂ  civile e degli stakeholder nell’attuazione di questa riforma?

I portatori di interessi, gli stakeholder per esempio, devono potere partecipare ai procedimenti amministrativi come lo acclara la 241 ma anche le Carte europee della pubblica amministrazione incoraggiano le decisioni pubbliche a essere partecipate dai portatori di interessi. Il partenariato pubblico -privato è la via di uscita anche per realizzare progetti complessi.

Da molti anni in Italia pubblica amministrazione è sinonimo di “posto fisso”, ma il dipendente pubblico non sempre è stato sinonimo di efficienza…

Dobbiamo fare in modo che il posto fisso non sia lo stemma araldico della pubblica amministrazione. Piuttosto lo dovrà rappresentare la capacità di realizzazione di progetti. Ci sono casi straordinari di efficienza dove nella pubblica amministrazione c’è stato chi si è fatto carico di portare a termine progetti ambiziosi. Lo sforzo che si sta facendo sulle Zes per esempio grava tutto su alcuni funzionari risoluti e che hanno voglia di partecipare a questa stagione di ripresa e di ripartenza. Così come porzioni importanti del Pnrr.

Quali strategie e azioni possono essere adottate per affrontare e mitigare la paura della firma tra i dirigenti?

Dobbiamo fare in modo che i procedimenti amministrativi abbiano una datazione, non possono essere senza tempo. Nel 1993 un grande ministro della Funzione pubblica Sabino Cassese stabilì carichi di lavoro e la durata delle procedure. Una procedura quando si è esaurita nell’attività istruttoria deve dare luogo a un provvedimento conclusivo che è o di emissione favorevole o di respingimento.

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