L’analisi di Elena Pirro.
Il primo atto da compiere è dare un chiaro segnale di difesa del nostro Sistema Sanitario Nazionale pubblico che ancora oggi è tra i migliori al mondo. Quando entriamo nei nostri ospedali, non ci chiedono la carta di credito per dimostrare che possiamo pagare le cure e gli interventi di cui necessitiamo. Le priorità d’azione riguardano la necessità di rafforzare il personale perché assistiamo sempre più a una fuga del personale dalle strutture pubbliche. Bisogna bloccare questa emorragia, pagando meglio i nostri medici e infermieri in modo che non siano allettati da offerte migliori che arrivano dall’estero. Occorrono misure per prevenire il ‘burn out’ del personale sanitario che è sottoposto a carichi eccessivi di lavoro. Questo percorso non è in antitesi con altre misure come, ad esempio, la direttiva sulle ‘case green’. E’ vero che ha un costo, ma c’è un ritorno economico finora sottovalutato anche in termini occupazionali e di risparmio energetico. In primis sull’acquisto di gas. L’Enea ha reso noto che ci sarebbero 3 mld di euro di risparmi che potrebbero essere utilizzati proprio sui capitoli della sanità. Le risorse ci sono; prendiamole tassando gli extraprofitti e reinvestiamole nella sanità pubblica”.