ROMA – “Con riferimento alle notizie di stampa relative alle dichiarazioni rese pubblicamente dal dott. Angelo Giorgianni, consigliere della Corte di Appello di Messina, in occasione del comizio nel corso della manifestazione contro il ‘Green pass’ tenutasi a Roma il 9 ottobre 2021, abbiamo richiesto l’apertura urgente di una pratica in Prima Commissione, al fine di verificare l’impatto di tali condotte sulla percezione della sua indipendenza quale magistrato”. Lo scrivono i consiglieri togati di Area Giuseppe Cascini, Elisabetta Chinaglia, Alessandra Dal Moro, Mario Suriano e Giovanni Zaccaro, in un post diffuso dopo aver depositato la richiesta al Comitato di presidenza del Csm. Il giudice della Corte di Appello di Messina, ed ex sottosegretario all’Interno, Angelo Giorgianni, sabato ha partecipato parlando dal palco alla manifestazione di piazza del Popolo a Roma.
Proprio ieri la Giunta dell’Associazione nazionale magistrati di Messina, in un documento, ha condannato “fermamente le parole e la condotta, non improntata a misura, equilibrio e sobrietà, del giudice Angelo Giorgianni” intervenuto sul palco della manifestazione organizzata sabato scorso a Roma contro il Green pass istituito dal Governo. Nel documento dell’Anm si spiegava: “Giorgianni, urlando frasi apodittiche col solo scopo di incitare la folla, dal contenuto finanche eversivo, quali ‘in nome del popolo italiano il Green pass è abrogato’, e ‘oggi il popolo sovrano ha dato il preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere’, spingendosi ad affermare – facendo strumentalmente leva su inappropriati parallelismi storici – che ‘oggi il popolo sovrano reclama giustizia per i morti che hanno causato, per le privazioni, per la sofferenza, e noi per loro vogliamo un processo, una nuova Norimberga’, ha utilizzato – e citato nel suo intervento – la ‘toga’ che quotidianamente riveste per la tutela dei diritti per sostenere invece, su quel palco, idee e posizioni a tratti incompatibili con uno spirito autenticamente democratico, che dovrebbe invece muovere ogni magistrato così come ogni cittadino investito di funzioni pubbliche”.
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