FIRENZE â Allâingresso il murale dello street artist Nemoâs: la âFirenze mercificataâ, spremuta dalla rendita, su cui il Comune, e il sindaco Dario Nardella, hanno intavolato una dura polemica con Tomaso Montanari (che aveva accusato Palazzo Vecchio di voler censurare lâopera). Salendo le scale, invece, si accede alle âresidenze per artistiâ del Museo Novecento, quelle collegate al bando âWonderful â Art research programâ, a cui si sono presentati piĂš di 170 candidati. In questa idea un poâ parigina, dicono i promotori, quattro giovani artisti- Friedrich Andreoni (classe 1995), Lucia Cantò (1995), Benedetta Fioravanti (1995) e Giovanna Repetto (1990)â piĂš la curatrice, Benedetta Casini (1991), troveranno casa per sei mesi. Cinque appartamenti- con camera, studio e bagno- cucina e spazi in comune, e mostra, al termine del semestre allâex Manifattura Tabacchi.
Dentro al museo camere e cucine, tra sei mesi la mostra allâex manifattura
Nellâanno del suo decimo anniversario, il museo âinaugura un progetto ambizioso e unico nel suo genere in Italiaâ, si spiega. Lo sottolinea lo stesso Nardella, presente allâinaugurazione: âLa cittĂ , cosĂŹ, diventa fucina di grandi artisti, italiani e stranieri, che altrimenti andrebbero via, in altri Paesi. La fuga di cervelli, infatti, non riguarda soltanto ingegneri, ricercatori e medici, ma anche tanti artisti italiani, che sono costretti ad andare a Parigi, Berlino, Londra o negli Stati Uniti, per dare sfogo al loro talento e trovare strumenti e risorse per intraprendere la difficile carriera artisticaâ. Oggi, âgrazie anche a queste residenze, consentiamo agli artisti italiani di rimanere qui, per crescere a contatto con il grande patrimonio della cittĂ â.
Prende la parola anche la vicesindaca e assessora alla Cultura, Alessia Bettini, che parla di un progetto âche rappresenta davvero un unicum dal punto di vista del sostegno alle arti e ai giovani creativiâ. Il sistema dellâarte italiano âfatica nel sostenere ricerca e sperimentazione, quindi offrire residenze e un aiuto tangibile alle nuove generazioni di artisti e di curatori rappresenta un ulteriore successo nella politica culturale cittadina. Questa è la vera Firenze rinascimentale, quella che dimostra nei fatti di essere ancora laboratorio e casa delle avanguardie e non vetrina e palcoscenico di passaggioâ, conclude Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento. La prima edizione del programma di residenze, si spiega dal museo infine, è stata realizzata grazie al supporto di Maria Manetti Shrem, filantropa di origini fiorentine âche ha sposato fin da subito il progettoâ.
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